10 Psicologi più influenti del XX secolo secondo uno studio apparso su Review of General Psychology nel numero di luglio 2002, che ha prodotto una classifica dei 99 psicologi più influenti del XX secolo.
La classifica prende in considerazione tre fattori: la frequenza delle citazioni, le menzioni sui libri di testo e un sondaggio a cui hanno partecipato 1.725 membri della American Psychological Association.
Il seguente elenco fornisce una panoramica degli psicologi che si sono classificati nei primi 10 posti della classifica. Questi psicologi con le loro teorie e ricerche scientifiche hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo e alla evoluzione delle scienze psicologiche
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10 Psicologi più influenti del XX secolo
Di seguito i 10 Psicologi più influenti del XX secolo come riportato su Review of General Psychology. Se vuoi scoprire la classifica completa puoi leggere la pubblicazione su researchgate.net
#1. Burrhus Frederick Skinner
Psicologo statunitense (Susquehanna, Pennsylvania, 1904-Cambridge, Massachusetts, 1990), fu uno dei maggiori rappresentanti del comportamentismo di Watson. Nutrì profonda diffidenza per le interpretazioni del senso comune e fu sempre molto critico nei confronti delle teorie elaborate dagli psicologi.
Nel 1958 fondò il “Journal for the Experimental Analysis of Behavior” in cui sostenne sempre il valore della psicologia scientifica e accettò unicamente contributi di carattere sperimentale.
Tra le innovazioni metodologiche che propose, inventò la camera di condizionamento operante, nota anche come “Skinner Box”, e il Cumulative Recorder, uno strumento utilizzato per misurare la frequenza dei comportamenti durante la sua ricerca, ritenuta fondamentale in psicologia sperimentale e applicata, sulle “Schede di Rinforzo”.
Ho parlato di Skinner nei seguenti post:
- “Walden Two” di Skinner | Il romanzo utopico del padre del Condizionamento Operante
- 4 Principali esponenti del Comportamentismo
#2. Jean Piaget
Psicologo svizzero (Neuchâtel 1896-Ginevra 1980), studioso di zoologia e laureato in scienze, condusse le prime ricerche nel campo della psicologia collaborando con Binet alla costruzione dei test di intelligenza. Giunse a proporre una nuova disciplina, l’epistemologia genetica, per la quale fondò a Ginevra, nel 1953, un apposito centro studi.
Insegnò psicologia all’Istituto J.J. Rousseau di Ginevra, del quale divenne anche direttore, all’università di Neuchâtel e alla Sorbona di Parigi.
Il pensiero di J.Piaget è un punto fermo per la comprensione dello sviluppo mentale del bambino, argomento a cui l’Autore ha dedicato decenni di ricerca. Il pensiero del bambino, presenta modalità e processi profondamente diversi da quelli dell’adulto che si sviluppano nel tempo, seguendo tappe abbastanza costanti, per giungere alla complessità del pensiero operatorio formale.
Secondo l’Autore esiste una stretta correlazione tra sviluppo somatico e mentale, sviluppo che si basa su due processi continuamente interagenti tra loro: l’adattamento e l’organizzazione. Il bambino fin dalla nascita, è fondamentalmente un “esploratore”, un soggetto attivo di ricerca che si rapporta con l’ambiente sulla base di due processi: l’assimilazione e l’accomodamento. Il bambino mentre si adatta al mondo, costruisce i propri schemi mentali, rendendoli sempre più complessi.
Ho parlato di Piaget nei seguenti post:
- Piaget, Jean (Autore)
#3. Sigmund Freud
Medico e neurologo austriaco (Freiberg, Moravia, 1856-Londra 1939), iniziò la sua carriera come neurologo. Dopo la laurea in medicina, nel 1881, lavorò nel laboratorio del fisiologo Buercke, poi all’ospedale generale di Vienna con lo psichiatra Meynert, ottenendo nel 1885 la libera docenza in neuropatologia.
Nell’inverno 1885-86 seguì le lezioni di Charcot a Parigi. Tornato a Vienna, aprì uno studio privato, occupandosi in particolare di malati di nevrosi e collaborando con Breuer agli Studi sull’isteria (1892-95).
Nel 1897, in seguito al trauma della morte del padre, iniziò un periodo di autoanalisi, incentrata soprattutto sullo studio dei propri sogni. Il risultato fu L’interpretazione dei sogni, uscita nel 1899, ma datata 1900, quasi a indicare la svolta del nuovo secolo. Quest’opera segnò la nascita della psicoanalisi e lo rese noto a un più vasto pubblico.
Freud continuò poi la ricerca sui concetti fondamentali della disciplina della quale offrì una sintesi nelle lezioni tenute dal 1915 al 1917 all’università di Vienna. Nel dopoguerra riformulò le basi teoriche della psicoanalisi e, tornando alla sua prima vocazione filosofica, elaborò le linee di una visione psicocosmica (imperniata sulla lotta tra pulsioni di vita e pulsioni di morte).
Nel 1923 apparvero i primi sintomi del cancro al palato che lo avrebbe portato alla morte. Negli ultimi anni di vita si misurò con i grandi temi della cultura, della società, della religione, confrontandosi in particolare, lui ateo, con le sue origini ebraiche. Con l’avvento del nazismo le sue opere furono bandite e nel 1938 si rifugiò a Londra.
Leggi anche:
- I casi clinici più famosi di Freud
- Sigmund Freud, dalla nascita della psicoanalisi al disagio della civiltà
- 12 Libri più importanti di Sigmund Freud
#4. Albert Bandura
Psicologo canadese (Alberta 1925), condusse numerosi esperimenti sull’apprendimento per imitazione, tra cui “L’esperimento della bambola Bobo”, indagando in particolare le cause del comportamento aggressivo nei bambini. Elaborò la teoria dell’apprendimento sociale, sottolineando l’importanza del ruolo del modellamento.
È famoso anche per aver elaborato il costrutto di Autoefficacia che afferma che le convinzioni sulla propria efficacia personale dipendono da 4 processi psicologici fondamentali: cognitivi, motivazionali, affettivi e selettivi.
L’autoefficacia lega il comportamento umano all’autopercezione del proprio funzionamento interiore e alla relativa capacità di sfruttare i dati ottenuti per il raggiungimento del soddisfacimento di ciascun bisogno psicologico.
Ha postulato l’esistenza del “disimpegno morale” ossia dei processi tramite i quali l’individuo si autogiustifica, disattivando il controllo morale per mettersi al riparo da sentimenti di svalutazione, senso di colpa e vergogna.
Ho parlato di Bandura nei seguenti post:
#5. Leon Festinger
Leon Festinger (New York 1919 – 1989) è stato uno psicologo e sociologo statunitense. Egli è noto per la Dissonanza Cognitiva e la Teoria Del Confronto Sociale.
Alle sue teorie e ricerche è stato riconosciuto il merito di aver superato il punto di vista comportamentista che in precedenza dominava la psicologia sociale, dimostrando l’inadeguatezza dello schema “stimolo-risposta” per comprendere e determinare il comportamento umano.
È noto anche nell’ambito delle reti sociali grazie alla teoria dell’Effetto Di Prossimità. Festinger, ha studiato psicologia all’Università dell’Iowa sotto la guida di Kurt Lewin. Egli sviluppò l’interesse per la psicologia sociale solo dopo essere entrato a far parte del centro di ricerca di Lewin sulle dinamiche di gruppo, presso l’Istituto di tecnologia del Massachusetts nel 1945.
Nonostante il suo interesse principale fosse la psicologia sociale, Festinger si occupò anche di ricerca sulla percezione visiva nel 1964 e quindi di archeologia e di storia, a partire dal 1979 fino alla sua morte nel 1989.
Leggi anche:
- La teoria della Dissonanza Cognitiva di Leon Festinger
- Controllo Mentale | Le 3 componenti descritte da Leon Festinger
- Festinger, Leon (Autore)
#6. Carl Ransom Rogers
Psicologo statunitense (Chicago, 1902-La Jolla, California, 1987), di formazione psicopedagogica, nel 1930 divenne direttore della Società per la prevenzione della crudeltà ai bambini, a Rochester (New York).
Professore di psicologia in diverse università, fondò centri di consulenza avviando il metodo della “terapia centrata sul cliente”.
Secondo Carl Rogers, ogni individuo possiede forti spinte verso la crescita, la salute, l’adattamento; verso cioè quello che si definisce realizzazione di sé (tendenza attualizzante).
Lo stare sulla difensiva, l’ansia, le tensioni bloccano queste spinte e la persona perde il contatto con sé, la sua autenticità. I problemi psicologici derivano dal fatto che la persona ha assorbito idee, pensieri, sentimenti valori degli altri non funzionali al suo vivere.
Scopo della terapia è allora quello di aiutare le persone a riprendere il contatto con se stessi, con la propria autenticità, i veri sentimenti e valori, accettandosi per quello che si è. Lo psicoterapeuta rogersiano riconosce nel cliente una persona che, in quanto tale, è in una posizione egualitaria nei confronti del terapeuta.
Ciò comporta la rottura con l’immagine e la funzione tradizionali del terapeuta come esperto dei problemi del cliente. Al contrario, il terapeuta si considera collaboratore e compagno che cresce insieme al cliente in un processo di incontro da persona a persona.
Leggi anche:
- La teoria della personalità di Carl Rogers: le 19 proposizioni
- Terapia centrata sul cliente | L’approccio di Carl Rogers
#7. Stanley Schachter
Psicologo statunitense (Flushing 1922 – East Hampton 1997) è considerato il padre della teoria cognitivo-attivazionale delle emozioni, detta anche “teoria dei due fattori” o “teoria del jukebox emotivo”.
Egli concepì l’emozione come la risultante dell’interazione fra due componenti distinti: una fisiologica ed una psicologica. Interazione necessaria, ma non comunque sufficiente a generare un’emozione.
L’emozione, secondo la teoria di Schachter, è infatti la risultante dell’arousal (ovvero dello stato di attivazione psicofisiologica) e di due atti cognitivi distinti: uno che riguarda la percezione e il riconoscimento della situazione emotigena; l’altro che stabilisce la connessione fra questo atto cognitivo e l’arousal stesso.
In questo modo, il sistema cognitivo può “interpretare”, in base a diversi schemi, il significato funzionale dell’arousal fisiologico autopercepito.
#8. Neal Elgar Miller
Psicologo statunitense (Milwaukee 1909 – Hamden 2002), professore di psicologia presso la Yale University (1950-66), quindi di psicofisiologia alla Rockefeller University di New York (1966-81). Tentò di ottenere conferma in sede sperimentale di alcune ipotesi teoriche della psicanalisi.
I suoi studî più noti riguardarono l’aggressività (formulazione dell’ipotesi “frustrazione-aggressività”), ma si occupò anche di apprendimento sociale (e in particolare del ruolo dell’imitazione), dei conflitti motivazionali e di modificazione del comportamento (modificazione delle risposte autonomiche tramite tecniche di biofeedback).
Si distinse per le sue ricerche sul biofeedback e per i suoi studi sulla frustrazione, l’invidia e l’imitazione svolti insieme a John Dollard.
Scoprì che il principio del riflesso condizionato coinvolge anche il sistema nervoso vegetativo. Il presidente statunitense Andrew Johnson gli conferì l’onorificenza di National Medal of Science.
- Miller, Neal E. (Autore)
#9. Edward Lee Thorndike
Psicologo statunitense (Williamsburg, Massachusetts, 1874-Montrose, New York, 1949), fu docente alla Columbia University di New York.
Si occupò prevalentemente di apprendimento e dell’intelligenza animale. In un secondo tempo cercò di applicare i risultati delle sue ricerche all’apprendimento umano, di cui studiò anche gli aspetti pedagogici.
Egli codifica l’effetto alone, un singolo aspetto positivo o negativo di un individuo può gettare un alone positivo o negativo su tutti gli altri individui. I numerosi esperimenti da lui condotti nelle scuole americane contribuirono a diffondere le conoscenze della psicologia comportamentale nell’ambiente pedagogico e gli permisero l’elaborazione delle sue teorie nonché la costruzione di test e di profitto scolastico.
Ho parlato di Thorndike nei post:
- Thorndike, Edward (Autore)
#10. Abraham Harold Maslow
Psicologo statunitense (New York 1900-Menlo Park, California, 1970), si occupò soprattutto del problema dei bisogni e delle motivazioni, attraverso ricerche, sull’importanza dei valori nello sviluppo della personalità.
Nel 1962 fondò la Società Americana di Psicologia Umanistica.
Secondo Maslow, bisogni e motivazioni hanno lo stesso significato e si strutturano in gradi, connessi in una gerarchia (La piramide di Maslow); il passaggio ad uno stadio superiore può avvenire solo dopo la soddisfazione dei bisogni di grado inferiore.
Egli sostiene che la base di partenza per lo studio dell’individuo è la considerazione di esso come globalità di bisogni. Maslow sostiene che il saper riconoscere i bisogni dell’individuo, favorisca un’assistenza centrata sulla persona.
Ho parlato di Maslow nei post:
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