Bandura ha formulato la teoria dell’apprendimento sociale entro un più ampio modello sociale e cognitivo, che valorizza l’interazione tra strutture cognitive individuali e contesto sociale.
Negli anni ’40 e ’50 l’apprendimento era inteso soprattutto in termini comportamentisti e la teoria di B.F. Skinner del condizionamento operante era quella maggiormente accetta. Da questo contesto emerse l’interesse di Bandura per l’aggressività infantile come comportamento appreso.
La sua ipotesi era che i bambini imparano a essere aggressivi osservando e imitando gli atti violenti degli adulti, in particolare dei famigliari. Riteneva che l’essenza del problema stesse all’intersezione tra il condizionamento operante di Skinner e la teoria psicoanalitica freudiana dell’identificazione.
Il lavoro di Bandura culminò nel suo famoso esperimento della bambola Bobo e nel suo saggio del 1977, Social Learning Teory.
La teoria dell’apprendimento sociale
La teoria di Bandura evidenzia come l’oggetto dell’apprendimento non sia costituito solo dai contenuti, ma anche dai comportamenti e che l’apprendimento non avviene solo attraverso l’insegnamento formale, ma anche spontaneamente, attraverso l’osservazione.
In particolare, i comportamenti si apprendono attraverso 3 operazioni di natura cognitiva e sociale.
#1. Il modellamento (modeling), che consiste nell’osservazione e nell’imitazione dei comportamenti degli altri.
#2. La valutazione delle reazioni di approvazione o disapprovazione degli altri ai propri comportamenti.
#3. L’intuizione, cioè la comprensione dell’adeguatezza di un comportamento in un contesto sociale, basata sulla generalizzazione di episodi passati.
Queste 3 operazioni richiedono un’elaborazione cognitiva. Infatti, anche l’imitazione non consiste banalmente nel replicare un comportamento osservato, ma presuppone una selezione dei modelli osservati, una rielaborazione critica degli stessi e una riproposizione originale.
Questo spiega perché diversi individui, esposti agli stessi modelli, producano comportamenti differenti e non si lascino plasmare totalmente dalle influenze esterne. Anzi, crescendo, ciascuno si affida sempre di più a standard personali.
Il modellamento
La convinzione di Bandura che apprendiamo non attraverso il rinforzo (ricompense o punizioni) bensì osservando gli altri, è il fulcro della teoria dell’apprendimento sociale, secondo la quale l’apprendimento si consegue ripassando mentalmente e poi imitando le azioni osservate altrui, che fungono da modelli di un comportamento appropriato o accettabile.
Bandura sosteneva che gran parte del comportamento umano è appreso attraverso il modellamento. Egli osserva 4 condizioni necessarie perché una persona si modelli con successo sul comportamento di un’altra: attenzione, ritenzione, riproduzione e motivazione.
L’apprendimento richiede che il discente innanzitutto presti attenzione al comportamento, poi ricordi quello che ha visto o udito, che sia effettivamente in grado di riprodurlo fisicamente e che abbia un buon motivo per riprodurlo, come per esempio l’aspettativa di una ricompensa.
Sebbene il concetto di ricompensa faccia parte della teoria dell’apprendimento sociale, il distacco di Bandura dal comportamentismo è evidente nelle sue idee radicali, contrarie a esso, circa il rapporto tra l’ambiente di un individuo e il suo comportamento.
Secondo il comportamentismo le circostanze ambientali determinano per intero il comportamento. Bandura invece crede che il determinismo sia reciproco, ossia l’idea che una persona influenzi l’ambiente quanto l’ambiente la influenza.
Autoefficacia
L’ autoefficacia è un altro costrutto approfondito da Bandura e coinvolto nell’apprendimento sociale. Essa consiste in una valutazione realistica delle proprie competenze in un ambito e dipende da vari fattori, come il fatto di avere già esperienza in un compito, di riconoscere che l’esito scaturisce dal proprio impegno e non solo dalla fortuna, di essere consapevoli di possedere una competenza.
Quest’ultima si sviluppa cimentandosi in compiti di crescente difficoltà, che consentono di monitorarne i progressi e di acquisire sempre maggiore controllo sulla prestazione.
La percezione di autoefficacia non è statica, ma può aumentare se gli altri incoraggiano la persona, esprimendo una valutazione positiva sulle possibilità di riuscire o migliorare in un compito e se forniscono feedback costruttivi.
L’effetto è maggiore se i “persuasori” sono esperti nell’ambito in cui rientra il compito. Allo stesso tempo, la percezione di autoefficacia può diminuire se gli altri esprimono costantemente svalutazioni, dubitano della possibilità di riuscita della persona, prevedono che fallirà in un compito o sostengono che “non sia portata”, riducendo così la motivazione a impegnarsi e la percezione del controllo su di sé e sugli eventi.
Quest’ultima è definita agency e risiede nella convinzione che almeno una quota della propria prestazione o di un evento dipenda da sé stessi, per quanto contribuiscano anche fattori esterni e non controllabili.
Determinismo triadico
Per sintetizzare l’influenza reciproca tra individuo e contesto nell’apprendimento sociale, Bandura illustra il concetto di determinismo triadico reciproco. Egli osserva che esistono tre fattori che si influenzano reciprocamente: cognitivi, comportamentali e sociali.
I fattori cognitivi sono costituiti dalle strutture di pensiero dell’individuo; i fattori comportamentali sono le azioni; quelli sociali sono le relazioni con gli altri e il contesto. Tali fattori si influenzano vicendevolmente.
L’esperimento della bambola Bobo
Questo esperimento del 1961 condotto da Albert Bandura intendeva spiegare come si sviluppa un comportamento aggressivo, che cosa spinge le persone a compiere atti aggressivi e cosa determina se continueranno a comportarsi in modo aggressivo o meno.
Dimostrando che un bambino imitava il comportamento di un modello adulto, l’esperimento indicò quanto fossero potenti gli esempi di aggressività forniti dall’ambiente sociale.
A tal proposito, Bandura ha coinvolto nelle ricerche 3 gruppi di bambini. Un gruppo osservava uno sperimentatore picchiare e offendere Bobo, un bambolotto gonfiabile (Bobo doll). Il secondo gruppo osservava lo sperimentatore giocare tranquillamente con Bobo. Il terzo non osservava alcun modello.
Ciascun gruppo venne poi accompagnato in un una stanza con diversi giochi e un Bobo. Il gruppo che aveva osservato il gioco violento, lo riproponeva sul bambolotto gonfiabile; il gruppo che aveva osservato il gioco tranquillo e quello che non aveva osservato alcun modello, giocavano in modo meno aggressivo.
L’effetto dell’imitazione, inoltre, è maggiore quando il modello riceve una ricompensa per il comportamento aggressivo. Questo esperimento avvalora l’ipotesi dell’origine acquisita, piuttosto che innata, dei comportamenti aggressivi.
- Ho parlato dell’esperimento della bambola Bobo nell’articolo: Gli esperimenti più famosi della psicologia sociale
- Albert Bandura è uno dei: 10 psicologi più influenti del XX secolo
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