In un mondo immaginario dove la paura è razionale: le fobie per le sigarette, la panna, i dolci, la carne rossa e l’alcool sarebbero giustificate perché il fumo e la dieta sono strettamente collegate alle cinque principali cause di morte: malattie cardiache, cancro, disturbi respiratori cronici, ictus e diabete.
Eppure, nell’elenco delle fobie più comuni non compare nessuna di queste paure. La maggior parte delle persone non è preoccupata da cose che potrebbero ucciderle: la fobia più comune, invece, è l’aracnofobia, la paura dei ragni.
Secondo Tali Sharot, neuroscienziata di fama mondiale, professore di Neuroscienze presso lo University College di Londra, vi sono più probabilità di essere attaccati da uno squalo, di sopravvivere e poi di essere uccisi da una noce di cocco cadutaci in testa, che morire per il morso di un ragno.
Molti hanno attacchi di panico negli spazi aperti, quando incontrano un cane o quando vedono un fulmine. Altri temono gli ascensori e il volo. Probabilmente l’unica fobia giustificabile nella “top ten” è quella dei germi (la misofobia), che si trova in ottava posizione.
Due posti sotto la misofobia vi è la fobia dei buchi (tripofobia). Il numero delle persone che soffrono di tripofobia supera quello delle persone che soffrono di fobia del cancro, al numero 11 della lista, mentre la paura della morte si trova soltanto in dodicesima posizione. In tredicesima posizione la paura di parlare in pubblico. Un qualsiasi trainer di public speaking ti dirà che la paura di parlare in pubblico sta al secondo posto, lo dicono tutti, in realtà non è così 🙂
Paura contro fatti
Per chi ne soffre, le fobie possono essere devastanti. Chi soffre di agorafobia, per esempio, ha paura di uscire di casa, il che ha gravi conseguenze per la qualità della vita. Chi soffre di claustrofobia può rifiutare di sottoporsi a una risonanza magnetica, anche se la procedura è essenziale per la diagnosi. L’aerofobia, la paura di volare, può essere un ostacolo per la carriera e per le relazioni.
La paura è un’emozione e le emozioni non si addomesticano facilmente con i fatti. Quasi tutti pensano che l’aerofobia sia la paura di precipitare, e questa paura è intensificata dall’ampio spazio che i media dedicano a ogni aereo che cade. Ma sappiamo che continuare a ripetere che gli aerei sono più sicuri delle auto non contribuisce molto a ridurre l’ansia di queste persone.
Le nostre paure di ragni, serpenti, altezze, spazi aperti e di volare potrebbero essere tutte dei residui di un tempo in cui quelle cose erano veramente pericolose. Negli spazi aperti, per esempio, non hai dove nasconderti da un predatore; perciò coloro che avevano paura degli spazi aperti, e di conseguenza li evitavano, avevano probabilmente maggiori possibilità di sopravvivere. Questi tipi di spiegazioni, però, non colgono tutta la complessità della paura umana, perché spesso quello di cui sembra che abbiamo paura non è realmente ciò che temiamo.
LEGGI ANCHE:
Le 13 Fobie più comuni
#1. Aracnofobia: la paura dei ragni.
Può presentarsi in vari livelli di intensità, dal disgusto alla forma più forte di repulsione, fino a un livello di incontrollabile orrore che porta ad attacchi di panico, fuga e altre reazioni fuori della lucidità. In alcuni casi anche una foto o un disegno molto realistico di un ragno possono provocare la paura. Ad essa sono legati molti dei significati che il folklore e l’immaginario associano ai ragni.
#2. Ofidiofobia: la paura dei serpenti.
La fobia può presentarsi con carattere irrazionale, eccessivo o persistente. Si possono generare delle condotte di evitamento come ad esempio evitare di camminare nell’erba alta o in qualsiasi zona in cui questi animali possano nascondersi facilmente, perfino nelle regioni dove è esclusa con assoluta certezza la presenza di serpenti di qualsiasi specie.
#3. Acrofobia: la paura delle altezze.
Fra i sintomi somatici più comuni vi sono la tachicardia, i tremori, la sudorazione eccessiva. I sintomi psichici includono diverse manifestazioni ansiose sino agli attacchi di panico. Questi sintomi si possono manifestare in un luogo elevato come un ascensore, un balcone, la sommità di un rilievo.
#4. Agorafobia: paura degli spazi aperti o affollati.
È la sensazione di paura o grave disagio che un soggetto prova quando si ritrova in ambienti non familiari o comunque in ampi spazi all’aperto, temendo di non riuscire a controllare la situazione. Questo lo porta a sentire il bisogno di una via di fuga immediata verso un luogo da lui reputato più sicuro.
#5. Cinofobia: la paura dei cani.
La cinofobia è la paura di essere morsi dai cani. Il fatto che il cane sia un predatore addomesticato e l’aumento di casi di aggressioni riportati dai media sono fattori determinanti per l’insorgere di tale fobia.
#6. Astrafobia: la paura di tuoni o lampi.
Numerose persone manifestano paura di alcuni fenomeni naturali come lampi, tuoni, vento, oscurità: in alcuni casi questi timori diventano invalidanti e le persone che ne soffrono sono costrette a rimanere chiuse in casa durante i temporali.
#7. Claustrofobia: la paura degli spazi ristretti, come gli ascensori, le stanze affollate e altri luoghi chiusi.
È la paura di luoghi chiusi e ristretti come camerini, ascensori, sotterranei, metropolitane e di tutti i luoghi angusti in cui il soggetto si ritiene accerchiato e privo di libertà spaziale attorno a sé.
#8. Misofobia: la paura dei germi.
È il termine utilizzato per descrivere una paura patologica del contatto con lo sporco per evitare qualsiasi tipo di contaminazione o di germe. I soggetti che soffrono di questa fobia, detti, misofobi, aumentano le loro precauzioni igieniche all’inverosimile.
#9. Aerofobia: la paura di volare.
Nonostante l’utilizzo ormai molto diffuso dell’aereo, il fenomeno è piuttosto esteso: in Italia e, tendenzialmente, nel resto del mondo, la percentuale degli aerofobici è quantificabile intorno al 50%. È più diffuso tra le donne che tra gli uomini, mentre non ci sono grosse differenze né per quanto riguarda la distribuzione geografica né per livello sociale o il grado di istruzione.
#10. Tripofobia: la paura dei buchi.
Sebbene non siano stati condotti molti studi sulla tripofobia, molti ricercatori sostengono che essa sia dovuta alla repulsione biologica che associa le forme tripofobiche a pericolo o malattia e perciò si suppone abbia basi evoluzionistiche.
#11. Carcinofobia: la paura del cancro.
I carcinofobici sviluppano condotte quali evitare le sigarette e di esporsi al sole, ciò perché l’enciclopedie mediche avvertono che possono essere fattori cancerogeni. Possono arrivare a fare consulti medici frequenti per assicurarsi di non patire la malattia.
#12. Tanatofobia: la paura della morte.
Indica una morbosa paura della morte e dell’idea della propria mortalità, e delle manifestazioni ad essa collegate. Da non confondersi con necrofobia che indica la paura dei cadaveri. Tale fobia può sorgere in seguito a traumi subiti, per motivi emozionali o nevrotici. Nelle persone tanatofobiche tutto ciò che riporta anche remotamente alla morte è causa di attacchi di panico e profonda angoscia.
#13. Glossofobia: paura di parlare in pubblico
Tra i sintomi più comuni ci sono: intensa ansia prima di dover iniziare a parlare o semplicemente al pensiero di doverlo fare; cercare di evitare a tutti i costi eventi che possano attirare l’attenzione della gente; malessere fisico, nausea, tachicardia, sudorazione, panico, tremolio della voce o pause troppo prolungate prima e durante l’evento in questione.
Spesso è un problema di controllo
La neuroscienziata Tali Sharot sostiene che spesso è un problema di controllo. Quando si sale su un aereo, si affida il proprio destino, almeno per qualche ora, al pilota e all’equipaggio. Non si può controllare la rotta dell’aereo o la sua velocità. Non si può scendere dal velivolo a piacere. Inoltre, si hanno a disposizione informazioni solo limitate: non si sa se i sobbalzi sono dovuti a una normale turbolenza o a qualcosa di preoccupante, non si sa se il pilota sia stanco o pieno di energie, se si arriverà in orario o meno. La perdita di controllo è una sensazione allarmante.
La maggior parte delle persone si sente stressata e ansiosa quando le viene tolta la capacità di controllare l’ambiente. Per questo molti preferiscono sedere al volante della macchina anziché sul sedile del passeggero, e anche perché ci prende l’ansia quando siamo imbottigliati nel traffico, impossibilitati a muoverci. I vincoli fisici sono psicologicamente inquietanti per gli esseri umani come per gli animali. Anche i bambini preferiscono esercitare la loro pur limitata capacità di controllare quanto li circonda: non appena imparano a tenere in mano il loro biberon, esprimono stress quando si toglie loro questo privilegio. Quando diventano un po’ più grandi, pretendono di fare tutto da soli, dal premere il pulsante dell’ascensore al mettersi le scarpe. I tentativi di interferire con la loro capacità di esercitare il controllo possono portare a un capriccio.
Gli adulti raramente si buttano per terra pestando mani e piedi, quando si toglie loro la libertà, ma certo si sentono in difficoltà quando la loro capacità di agire viene sottoposta a restrizioni. La Sharot afferma che “la paura di perdere il controllo” non può ovviamente spiegare tutte le nostre fobie e le ansie più profonde, però, a parità di ogni altra cosa, temiamo ciò che è incontrollabile più di quel che possiamo controllare.
Animali selvatici, lampi, piccoli spazi che limitano i nostri movimenti sono tutte cose che provocano più ansia rispetto alle situazioni che percepiamo essere sotto il nostro controllo, come andare in bicicletta, possedere un’arma da fuoco o curarci da soli, anche se queste ultime attività sono, in realtà, più pericolose.
Il tentativo di riprendere il controllo può anche contribuire allo sviluppo di problemi psicologici, fra cui i disturbi dell’alimentazione (in cui le persone controllano rigidamente quello che entra nel loro corpo), le dipendenze (che possono essere un tentativo di regolare il proprio stato interiore e il proprio umore) e addirittura il suicidio (la decisione di porre fine alla propria esistenza può essere vista come un tentativo di controllare quel che normalmente è al di fuori del nostro controllo).
Ultima revisione
Bibliografia:
- “La scienza della persuasione” di Sharot Tali
- “Ossessioni, fobie e paranoia” di Sigmund Freud
- “Oltre i limiti della paura” di Giorgio Nardone