A differenza delle dipendenze tradizionali, non vi è ancora la piena consapevolezza della pericolosità delle nuove dipendenze da internet e da smartphone. Perciò sono più subdole e colpiscono anche la persona più sicura di sé.
Ne parlano Claudette Portelli e Matteo Papantuono nel libro Le nuove dipendenze, riconoscerle capirle e superarle con la prefazione del prof. Giorgio Nardone.
Internet sta sicuramente agevolando l’uomo in vari ambiti della sua vita: lavorativo, comunicativo, educativo, affettivo. Con un click possiamo fare acquisti, prenotare un viaggio, tentare la fortuna, crearci un lavoro, esibire i nostri talenti, trovare l’amore e “risolvere” i nostri problemi.
Tutto questo può avvenire ovunque e a qualsiasi ora, basta un PC, uno smartphone o un tablet. Ma cosa succede quando le nostre stesse creature prendono il controllo? Si rischia di finire come nel film Io, robot, dove la macchina, l’umanoide, prende il controllo sui suoi creatori.
Stanno emergendo e si stanno diffondendo a macchia d’olio patologie come Internet Addiction Disorder (IAD), Cybersex Addiction, Information Overloading Addiction, On-line Gambling, Cyberchondri, ma è anche vero che oggi non esisti se non sei sul web.
Si dipende dai like, dai friend, dai followers. All’inizio, di solito, ciò di cui si dispone è usato in modo consapevole, potenzia le facoltà e in un primo momento i vantaggi sono innegabili, si riesce prima e meglio.
Ma un uso protratto, anche quando se ne potrebbe fare a meno, porta all’ abuso e si diventa sempre più impazienti, esibizionisti, alienati, sconsolati, ossessivi e dipendenti. La tecnologia sfugge di mano: dall’uso all’abuso fino alla dipendenza.
8 Autoinganni più frequenti delle nuove dipendenze
Claudette Portelli e Matteo Papantuono descrivono gli autoinganni più frequenti adottati dalle persone bloccate nella morsa delle nuove dipendenze. Ne riporto alcuni qui di seguito:
#1. Lo fanno tutti
Il primo autoinganno condiviso a livello sociale è l’impossibilità di stare senza smartphone, PC e/o tablet, per non restare fuori dai giri e non essere out. Non si può non avere la pagina Facebook o non dire la “propria” su Twitter; certe app sono dei must-have per non restare indietro. Senso di smarrimento, di incompletezza, di perdita di controllo assalgono chi non ha la tecnologia all’ultimo grido. Se non si è sul web non si esiste.
#2. Illusione del controllo
Il progresso dà l’illusione di poter avere il controllo su noi stessi (salute, immagine, sensazioni, conoscenza ecc.) e su quello che accade attorno (relazioni, tempo, sesso ecc.). Il tentativo di tenere tutto sotto controllo per arrivare immediatamente all’obiettivo si dissolve se è frutto di un’illusione. Anziché ottenere tutto e subito si resta bloccati, aumentano gli evitamenti, le paure e le sofferenze.
#3. Immediatezza
La costruzione dell’autoinganno che tutto sia possibile nell’immediato, impiantato dal senso di controllo, favorisce la formazione dell’autoinganno che ogni cosa possa essere raggiunta subito senza indugio e con poca fatica. In assenza di competenze, basta trovare l’esperto a cui delegare o il rimedio rapido e miracoloso che rende tutto possibile.
#4. Incompetenza/Delega
Il senso di incompetenza è l’altra faccia della delega. Il giovane, cresciuto da genitori che frequentemente hanno delegato il loro ruolo allo smartphone, al tablet, agli smart-game ecc., sempre più spesso viene su con poca fiducia in sé e quando pensa di non essere in grado si dice: «Meglio far fare ad altri… a chi è più esperto». Così facendo, aumenta l’incapacità e il rischio di dipendenza, si reagisce o non facendo o abbandonando dopo i primi tentativi.
#5. Ottimismo
Il pensare positivo è fondamentale per portare avanti i propri progetti di vita. L’ottimismo non realistico, però, crea la sequenza illusione, delusione, depressione. Questo atteggiamento, originato dal non essere in grado di percepire la realtà o da un’idea illusoria di essa, rende incapaci di sopportare e gestire il fallimento. Di fronte a esso, si reagisce o con la clausura volontaria nei cosiddetti “paradisi artificiali”.
#6. Perfezione
Chi è abbagliato dall’idea della perfezione sperimenta un continuo senso di incapacità, infelicità e angoscia, poiché non riesce a essere come vorrebbe. Vive nella ricerca continua dell’oggetto all’ultimo grido, di qualcosa che possa migliorarlo e che possa farlo star meglio dandogli l’illusione di giungere temporaneamente alla perfezione, dell’aggiustamento del corpo, del potenziamento delle proprie capacità fisiche e cognitive.
#7. Consapevolezza
Credere di poter sapere tutto, di essere sempre aggiornati, è un autoinganno che fa schiantare contro il dubbio patologico. La mente assediata compromette la quantità e la qualità del pensiero. Il dubbio è tanto il motore della conoscenza quanto il trampolino di lancio dell’ossessività.
#8. Bellezza
C’è la convinzione radicata che essere belli e in forma, o sembrare tali, dia una marcia in più. Spesso si sente dire che “la bellezza apre le porte”; infatti, in funzione del desiderio di una vita facile, in molti inseguono il mito della perfezione e dell’eterna giovinezza. Terrorizza ogni segno di cedimento, bruttezza o vecchiaia.
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Ultima revisione
Rif. Tratto dal Libro: Le nuove dipendenze, riconoscerle capirle e superarle
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