Last Updated on 26 Gennaio 2022 by Samuele Corona
L’errore Otello
, è una forma di errore molto comune per chi studia la comunicazione non verbale.
Quando proviamo un’emozione, una volta che inizia a manifestarsi è complicato evitare pensieri che la confermino. Dimentichiamo tutto quello che potrebbe contraddirla, e anche quel poco che ricordiamo spesso viene distorto.
Allo stesso modo, la nostra percezione dell’ambiente viene filtrata: se l’emozione è negativa, non riusciamo più a individuare soluzioni e vie d’uscita ma percepiamo distintamente tutto ciò che la conferma.
Improvvisamente ricordiamo cose dimenticate da tempo ma che servono a rinforzare ulteriormente l’emozione. Quando proviamo un’emozione intensa, non cerchiamo affatto di contrastarla; al contrario, vogliamo difenderla e conservarla.
A volte questo ci è d’aiuto, anche se spesso è fonte di problemi.
Lo psicologo Paul Ekman descrive questo processo per la prima volta nel libro “I volti della menzogna” come “Errore di Otello”.
Il nome è stato coniato dall’opera teatrale di Shakespeare (Otello), e fornisce un esempio eccellente di ciò che può accadere quando paura e angoscia al confronto non segnalano l’inganno.
La Psicologia della menzogna, Paul Ekman
Paul Ekman
è divenuto famoso grazie alle ricerche scientifiche per riconoscere le emozioni e le espressioni facciali. Secondo Ekman dopo le parole, il viso riceve maggiori attenzioni per chi cerca di scoprire gli inganni.
Il bugiardo consapevole, quello che mente di proposito, cerca di controllare parole e le espressioni facciali ma non si rende conto delle micro-espressioni involontarie del proprio volto.
Il viso contiene due messaggi: ciò che il bugiardo vuole mostrare e ciò che invece vuole nascondere. Le espressioni vere dell’emozione si presentano perché il movimento dei muscoli è involontario, quelle false compaiono quando si ha un controllo volontario sul proprio viso che permette di assumere un’espressione finta.
Nel viso possono trasparire anche emozioni nascoste, le micro-espressioni facciali, che forniscono il quadro completo del sentimento che l’individuo cerca di dissimulare e solitamente appaiono così rapidamente passano inosservate (meno di un quarto di secondo).
Gli studi di Ekman in questa direzione hanno ispirato la storia e il personaggio del dottor Carl Lightman della serie televisiva Lie to me.
Lie to me si basa sul presupposto che sia possibile identificare in modo preciso la persona che mente attraverso l’osservazione in tempo reale di specifiche espressioni del viso e di altri segnali provenienti dal corpo e dalla voce.
- Roth, Williams, Hines, Raymund, Mcfarland, Phifer(Attore)
Sebbene Paul Ekman sia stato consulente per la sceneggiatura, non ci si può aspettare che il telefilm sia inattaccabile da un punto di vista scientifico, si tratta pur sempre di finzione cinematografica. La capacità del protagonista, sicuro e determinato, nell’individuare i mentitori in modo così immediato e sistematico, non esiste nella realtà.
Non esiste neppure l’espressione della bugia. Esistono atteggiamenti che tradiscono emozioni quando la persona non crede in quello che sta affermando, quando è titubante, quando nasconde dell’altro.
Se anche ci sono segnali che possono fare sospettare che una persona stia mentendo, si tratta sempre e solo di probabilità. Dunque si possono fare delle ipotesi: non si possono trarre conclusioni certe.
Neppure la macchina della verità è immune da errori. Essa mostra gli stati emotivi legati ad una domanda, ma prima è necessario studiare e capire quali sono gli stati emotivi “normali” per la persona che si sottopone al test.
L’errore di Otello
Otello era furioso perché l’amata Desdemona l’aveva tradito dandosi da fare con un altro uomo di nome Cassio. (Tutta la faccenda era una bugia inventata dal malvagio Iago.)
Accecato dalla gelosia, Otello minaccia di uccidere Desdemona, che gli suggerisce di andare a parlare con Cassio per scoprire come stanno davvero le cose. Otello dice che è impossibile, perché ha già ucciso Cassio.
Quando Desdemona capisce di non avere alcuna possibilità di dimostrare la propria innocenza inizia a temere per la propria vita. Piange e nega, pur sapendo che ciò sarà interpretato come prova di colpevolezza dal marito geloso.
Essendo ormai dominato dalle proprie emozioni, ed estremamente selettivo nella percezione dei sensi, Otello interpreta la reazione di Desdemona attraverso il filtro della propria gelosia. Non capisce che anche una persona innocente può mostrare tensione e paura in una situazione simile.
Otello legge la reazione di Desdemona come una prova della sua colpevolezza: così la soffoca con un cuscino.
Otello fece l’errore di presumere di aver compreso la fonte dell’angoscia di Desdemona. Assunse che il pianto di sua moglie era un segno di colpevolezza; non capiva che il suo dolore era radicato non nella colpa, ma nella sua consapevolezza che non c’era modo di convincere il marito della sua innocenza.
È facile immaginare Otello come una persona violenta, ma la verità è che tutti cadiamo nella stessa trappola quando proviamo emozioni intense. In casi simili è molto difficile osservare sé stessi e le proprie azioni da un punto di vista esterno.
- Fexeus, Henrik(Autore)
L’errore di Otello è stato studiato più diffusamente dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. Molti ufficiali delle forze dell’ordine erano in allerta per futuri attacchi e pronti a puntare il dito contro tutti gli individui “sospetti”.
In una situazione in cui, non solo le forze dell’ordine, ma anche la popolazione si trova in uno stato di tensione e paura, le probabilità di imbattersi nell’errore di Otello sono molto alte.
Per questo è importante capire quando stai per provare un’emozione negativa, in modo da contenerla prima che esploda. In generale, vale la regola: quando sei in preda ad una forte emozione, non fare nulla di cui ti pentiresti.
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