Mindsight
, letteralmente “vista della mente” è un termine che indica sia la capacità di “vedere” e comprendere la nostra mente e quella degli altri sia la capacità di rispettare le nostre distinte nature e, allo stesso tempo, di collegarle l’una all’altra.
Ciò significa che la mindsight riunisce in sé l’insight “visione verso l’interno”, l’empatia e l’integrazione.
Nel 2010 Daniel Siegel, professore di psichiatria clinica presso la UCLA School of Medicine, elabora la Mindsight, un campo di sperimentazione dove pensiero occidentale e orientale s’incontrano.
Siegel ha dato vita a un modello che, a detta di Daniel Goleman, autore del best seller Intelligenza Emotiva, lascerà il segno nella psicologia contemporanea.
Mindsight è uno sviluppo della mindfulness, la pratica di meditazione orientale, nata circa 2500 anni fa in Tibet, riscoperta negli anni ’70 dal medico Jon Kabat-Zin, impiegata per alleviare le sofferenze di malati con patologie croniche.
Il training di Mindfulness Based Stress Reduction (MBSR) di Kabat-Zin, è adottato oggi in molti paesi del mondo. Le ricerche dimostrano che, oltre a ridurre le sofferenze, migliora le difese immunitarie e accelera la guarigione.
Nel 1987, a Dharamsala (India), il Dalai Lama, insieme al neuroscienziato e filosofo Francisco Varela fonda il Mind and Life Institute, un’organizzazione non profit che promuove il dialogo fra scienza occidentale, filosofia e pratiche contemplative.
I monaci sottoposti alle ricerche dei neuroscienziati offrono evidenze incontestabili sul potere terapeutico della mindfulness. Da quel momento la mindfulness si ritrova al centro degli interessi della comunità scientifica.
Se ti interessano gli studi scientifici sulla meditazione puoi leggere il post: NEUROSCIENZE CONTEMPLATIVE: LA RICERCA SCIENTIFICA DELLA MEDITAZIONE
In questo clima Daniel J. Siegel elabora la Mindsight e il suo modello è stato adottato dalla Nasa e da aziende come Google e Microsoft.
La Mindsight è un modello di crescita personale che Daniel Siegel ha messo a punto integrando mindfulness e intelligenza sociale ed emotiva. La mindsight può essere appresa da chiunque, a qualunque età.
La lente della mindsight per “vedere la mente”
Per percepire il flusso di energia e informazione, possiamo usare l’abilità di monitoraggio della mindsight che, al pari di una lente percettiva che fa convergere il flusso verso la consapevolezza, ci consente di raggiungere una chiara messa a fuoco nella visione della nostra mente e di quella degli altri.
Per semplificare questo concetto Daniel Siegel ricorre a una analogia. Essere mindsight è come possedere la lente di una macchina fotografica, tenuta ferma da un treppiede.
Il treppiede per la “lente obiettivo” della mindsight; è un terzetto di elementi: Apertura, Osservazione e Obiettività.
Con lo sviluppo di queste tre abilità nel corso del tempo e della pratica, sarà possibile stabilizzare la capacità di monitorare con più lucidità ciò che accade nel momento presente.
Apertura
Essere aperti a qualsiasi cosa emerga significa abbandonare le proprie aspettative e avere un atteggiamento di maggiore ricettività e accettazione verso ciò che sta effettivamente avvenendo nel momento. Poiché la percezione è influenzata dalle aspettative, essere più aperti e rinunciare a giudizi o ad attese amplia la nostra consapevolezza delle vicende della vita.
Osservazione
L’osservazione è la capacità di prendere un po’ le distanze da un’esperienza, di prendere nota del quadro d’insieme degli eventi senza esserne travolti. È una forma di percezione più “costruita” rispetto alla funzione conduttrice della sensazione “allo stato puro”.
Con l’osservazione possiamo evitare di inserire il pilota automatico quando ci perdiamo in un pensiero, in un’emozione o sensazione.
A volte, per poter sentire il flusso delle sensazioni, è importante lasciar andare l’osservazione; in altri casi, invece, la visione più ampia dell’osservazione ci consente di allargare la nostra prospettiva. Entrambe le funzioni sono positive: semplicemente, sono diverse l’una dall’altra.
L’osservazione ci stimola ad acquisire una consapevolezza ad ampio raggio e a diventare osservatori attivi della nostra vita: ci consente di essere più centrati nel conoscere del mozzo, senza venire risucchiati dagli oggetti del conoscere presenti sul cerchione che talvolta soffocano la nostra capacità di raggiungere un’esperienza di consapevolezza più integrata.
Obiettività
Con l’obiettività ampliamo ulteriormente la capacità di osservazione, poiché riconosciamo i conosciuti dell’esperienza come oggetti della mente, non come totalità della nostra identità o l’equivalente di una realtà assoluta.
Manteniamo un atteggiamento oggettivo mentre “sentiamo” e percepiamo i conosciuti come semplici elementi dell’esperienza che vanno e vengono, si innalzano e si abbassano nel campo della consapevolezza che costituisce la nostra “base”. Questa è l’obiettività.
Apertura, osservazione e obiettività stabilizzano la “lente obiettivo” della mindsight e ci consentono di cogliere i flussi di energia e informazione con più chiarezza, profondità e dettaglio.
Possiamo sviluppare ciascuna delle aste del treppiede che rafforzano la mente negli esercizi che Daniel Siegel illustra nei suoi libri: Mindsight e Diventare consapevoli
Il più noto, tra gli esercizi di Siegel è “La Ruota della consapevolezza”.
La Ruota della consapevolezza
La ruota della consapevolezza è una pratica che Daniel Siegel ha proposto a migliaia di persone in ogni parte del mondo e si è dimostrata efficace per aiutarle a sviluppare un maggior grado di benessere nella propria vita interiore e interpersonale.
La pratica della ruota si basa su passi semplici, facili da imparare e da applicare nella vita quotidiana. La ruota della consapevolezza è una metafora visiva particolarmente utile per comprendere il modo in cui funziona la mente.
Il mozzo della ruota della consapevolezza, rappresenta l’esperienza di essere consapevoli, di conoscere e sapere che qualcuno sta esplorando i “conosciuti” dell’esistenza. Il cerchione della ruota rappresenta l’oggetto del conoscere, il “conosciuto”.
Il conoscere è nel mozzo; i conosciuti sono sul cerchione. Quando parliamo di espandere il contenitore della coscienza, ci riferiamo al rafforzamento dell’esperienza del conoscere: rendiamo più forte e ricettiva la nostra capacità di essere consapevoli.
Nel suo studio Siegel aiuta i pazienti o studenti a “centrarsi” e a immaginare che la propria mente sia come la ruota. Poi invita ad immaginare che il cerchione possa essere diviso in quattro parti o segmenti, ciascuno dei quali contiene una determinata categoria di “conosciuti”.
Il primo segmento del cerchione contiene la categoria degli oggetti della conoscenza derivanti dai nostri primi cinque sensi: la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto.
Il secondo segmento rappresenta un’altra categoria di “conosciuti”, che comprende i segnali provenienti dall’interno del corpo, per esempio le sensazioni prodotte dai muscoli o dai polmoni.
Il terzo segmento contiene le attività mentali rappresentate, per esempio, da emozioni, pensieri e ricordi.
Il quarto segmento accoglie il nostro senso di connessione con gli altri esseri umani e con la natura, il nostro senso relazionale.
Durante l’esercizio si muove lentamente il singolo raggio dell’attenzione intorno al cerchione: si focalizzano, uno a uno, gli elementi di un determinato segmento; quindi si sposta il raggio verso il segmento successivo.
Con il procedere dell’esercizio della ruota nell’arco di una seduta, e con la sua successiva, regolare ripetizione, le persone descrivono comunemente una sensazione di maggiore chiarezza e calma, un senso più profondo di stabilità e persino di vitalità, non soltanto durante la pratica stessa, ma anche durante il resto della giornata.
La pratica della ruota è una via per aprire la consapevolezza e coltivare un contenitore della coscienza più grande e più capiente. Le persone che si dedicano a questa pratica sembrano rafforzare la propria mente.
La ruota della consapevolezza è stata ideata con l’intento di portare equilibrio nella nostra vita attraverso l’integrazione dell’esperienza della coscienza. In che modo? Distinguendo i molteplici e variegati oggetti del conoscere posti sul cerchione non solo l’uno dall’altro, ma anche dal conoscere consapevole al centro della ruota, siamo in grado di differenziare le componenti della coscienza.
Quindi, collegando sistematicamente i “conosciuti” del cerchione al conoscere del mozzo con il movimento del raggio dell’attenzione diventa possibile realizzare il collegamento tra le parti della coscienza precedentemente differenziate.
In questo modo (differenziando e poi collegando) la pratica della ruota della consapevolezza consente di realizzare l’integrazione della coscienza.
- Siegel, Daniel J.(Autore)
Molti hanno trovato nella ruota della consapevolezza una pratica utile per acquisire abilità e da cui trarre una forza profonda. La pratica della ruota ha trasformato il loro modo di fare esperienza della vita mentale interiore, ossia delle emozioni, dei pensieri e dei ricordi; ha schiuso nuove modalità di interazione interpersonale e ha persino ampliato il senso di connessione e di significato nella loro vita.
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Ultima revisione
Bibliografia:
- “Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale” di Daniel J. Siegel
- “Diventare consapevoli. Una pratica di meditazione rivoluzionaria” di Daniel J. Siegel