Last Updated on 12 Settembre 2024 by Samuele Corona
In Regole e rappresentazioni. Sei lezioni sul linguaggio Noam Chomsky ritorna su molti dei più importanti e noti concetti che caratterizzano il suo approccio alla linguistica esponendoli in modo chiaro e preciso.
Un testo fondamentale per capire la grammatica generativa trasformazionale e il perché questo modello teorico ha influenzato così a fondo le varie discipline del sapere, dalla logica alla matematica alla psicologia.
Noam Chomsky è uno degli esponenti più importanti della linguistica del XX secolo. Le sue teorie superano l’ambito più ristretto della linguistica e interessano altre discipline come la filosofia, la psicologia, la scienza della comunicazione e pongono anche quesiti alla teoria dell’evoluzione.
Chomsky, nato nel 1928 e professore emerito di Linguistica al Massachusetts Institute of Technology (MIT), si è profilato anche per il suo impegno politico ed è diventato uno degli intellettuali più celebri e seguiti della sinistra radicale americana e mondiale.
- Regole e rappresentazioni. Sei lezioni sul linguaggio
- LIBRO ABIS
- I SAGGI
- Chomsky, Noam(Autore)
In questo libro Noam Chomsky chiarisce il nucleo centrale della sua concezione di una grammatica universale, geneticamente determinata e strutturata nella mente umana, che sottende ogni forma di linguaggio.
E ne mette a fuoco i principi, le “regole” e “rappresentazioni”, prendendo in considerazione la base biologica delle capacità umane. Completano il libro, che raccoglie la versione riveduta e ampliata di una serie di conferenze tenute alla fine degli anni Settanta in alcune delle maggiori università americane, due nuovi saggi.
Noam Chomsky. 6 Lezioni sul linguaggio
#1. Mente e corpo
Nel primo capitolo “Mente e corpo” Noam Chomsky delimita l’ambito della sua ricerca. Egli non nasconde tutte le difficoltà della ricerca linguistica, dichiara apertamente i limiti delle interpretazioni delle nostre conoscenze al riguardo e non esclude neanche che i problemi fondamentali del linguaggio potrebbero risultare insolubili per la mente umana.
In teoria, secondo Chomsky, possiamo distinguere fra “problemi”, che si collocano all’interno di tali limiti, e che pertanto la scienza umana può affrontare con qualche speranza di successo; e quelli che potremmo chiamare “misteri”, cioè problemi cioè che vanno semplicemente oltre la possibilità di comprensione della nostra mente e che pertanto non saranno mai integrati in teorie esplicative intellegibili all’uomo.
Possiamo sperare che le questioni che affrontiamo cadano nella sfera dei “problemi”, quali sono quelli che caratterizzano il primo gruppo. Ma non abbiamo alcuna garanzia che sia così.
Secondo Chomsky l’apprendimento si comprende meglio se lo intendiamo come sviluppo di strutture cognitive secondo un processo determinato internamente sotto l’effetto modellante, in quanto gli uomini parlano linguaggi diversi che riflettono le differenze dell’ambiente verbale.
Rimane tuttavia da vedere fino a che punto il sistema così sviluppato è davvero modellato dall’esperienza o quanto riflette invece processi intrinseci e strutture originate dall’esperienza.
L’uomo avrebbe un patrimonio biologico ben definito che consente la crescita di un sistema complesso di organi fisici altamente articolati e intrinsecamente determinati nelle loro proprietà essenziali.
Se non fosse per questo patrimonio altamente specifico, scrive il linguista statunitense, cresceremmo come una specie di creatura ameboide, che riflette soltanto le contingenze esterne, e ogni individuo sarebbe del tutto differente da un altro.
- Chomsky, Noam(Autore)
Chomsky differenzia nettamente il linguaggio come si manifesta nell’individuo che ha raggiunto la maturità e la capacità in sé di apprendere un linguaggio, e critica concezioni empiristiche che considerano lo sviluppo del linguaggio come il semplice risultato dell’associazione di stimoli visivi e sonori, con cui un determinato oggetto viene associato a un nome determinato.
Il linguaggio e la comunicazione sono caratterizzati soprattutto dalla grammatica e dalla struttura logica della frase, per mezzo delle quali è possibile dare, e rispettivamente comprendere, un senso a un gruppo di parole. La capacità di apprendere un linguaggio presuppone proprietà e condizioni iniziali innate e viene definita “grammatica universale”.
Questa grammatica universale costituirebbe il punto di partenza per l’apprendimento e per lo sviluppo di una gramatica particolare, corrispondente alla propria lingua, e, come piattaforma comune a tutte le lingue e a tutte le grammatiche, consentirebbe la traducibilità da una lingua all’altra e la comprensione reciproca.
Nonostante le differenze individuali, esiste un “ricco patrimonio innato” comune, grazie al quale ogni individuo “potrà vivere in un mondo ricco e complesso, fatto di conoscenze condivise da altri organismi dotati di un patrimonio simile, che si estende ben oltre i limiti dell’esperienza variabile.
#2. Strutture, capacità e convenzioni
Nel secondo capitolo “Strutture, capacità e convenzioni” Chomsky prende in considerazione alcune critiche alle tesi della grammatica universale e all’ipotesi della realtà delle rappresentazioni psichiche.
Secondo Chomsky è legittimo ammettere la realtà di rappresentazioni psichiche partendo dalle osservazioni sull’attività psichica e linguistica, e ricorda che anche nelle scienze naturali certe conoscenze sono basate unicamente su supposizioni.
Per esempio, nessuno è in grado di dimostrare cosa avviene all’interno del sole. Anche in questo caso le ipotesi vengono formulate a partire dall’osservazione di alcuni fenomeni, e precisamente dell’attività solare.
Per questo Chomsky afferma che non vede alcuna alternativa ragionevole al punto di vista che afferma che le grammatiche sono interiormente rappresentate nella mente.
E la ragione fondamentale per cui la conoscenza linguistica arriva a essere condivisa da una popolazione opportunamente idealizzata è che i suoi membri condividono un ricco stadio iniziale, e perciò sviluppano analoghi stati costanti di conoscenza.
- Chomsky, Noam(Autore)
#3. La conoscenza della grammatica
Anche il terzo capitolo, “La conoscenza della grammatica” è dedicato in parte alla confutazione di critiche rivoltegli da differenti autori. Le tesi esposte riguardano spesso tematiche particolari, ma non mancano considerazioni generali di interesse anche per il non specialista.
L’attività psichica viene descritta come un complesso di diversi sistemi interagenti. Tali sistemi e le loro interazioni derivano da una base primitiva, che fa parte del patrimonio innato che definisce l’essenza umana.
I vari sistemi della mente umana presentano caratteristiche e modalità di sviluppo differenti, e risponderebbero a un piano comune che per Chomsky sarebbe riconducibile all’essenza umana innata. Questi sistemi, e non solo quello linguistico, appaiono così differenziati da non poterli far considerare come prodotto di meccanismi evolutivi.
Non ci sarebbe, infatti, ragione per credere che l’adattamento evolutivo giochi un ruolo speciale. Non c’è alcuna ragione per supporre che le proprietà determinate geneticamente derivino invariabilmente da una selezione specifica.
#4. Alcuni elementi della grammatica
Il quarto capitolo, “Alcuni elementi della grammatica” è quello più specialistico, per la cui comprensione sono necessarie conoscenze specifiche.
#5. Sulle basi biologiche delle capacità linguistiche
Il quinto capitolo “Sulle basi biologiche delle capacità linguistiche” sviluppa alcune tesi esposte nei capitoli precedenti: la linguistica viene presentata come una scienza empirica, dalla quale non si può pretendere le stesse certezze come dalla matematica.
Chomsky postula l’esistenza di meccanismi mentali che avrebbero una base biologica, anche se a più riprese viene ribadito che la connessione tra rappresentazioni mentali e base biologica non è attualmente spiegabile e potrebbe restare un mistero anche per il futuro.
In questo approccio alla linguistica Chomsky riconosce di aver seguito le tracce del suo maestro, il linguista e neurologo Eric Lenneberg (1921-1975).
Lo studio dei meccanismi innati porta alla grammatica universale, ma anche all’analisi dei principi biologicamente determinanti che sottostanno all’uso linguistico (competenza pragmatica) e delle altre strutture cognitive che entrano in gioco nel reale uso linguistico.
Lenneberg aveva compreso che era necessario sottolineare la natura empirica di tale ricerca, scrive Chomsky, perché ci sono ancora molti scienziati i quali ritengono che postulare che possa esservi qualcosa di innato sia un ingegnoso passatempo da salotto.
Per Chomsky una caratteristica particolare del linguaggio umano è la creatività, cioè la possibilità di dare risposte originali a stimoli ambientali e di formare frasi sempre nuove pur potendo utilizzare un numero limitato di regole e di parole.
Chomsky sottolinea poi l’originalità e la specificità del linguaggio umano rispetto al tipo di comunicazione degli animali, anche dei primati.
Senza dubbio, il linguaggio conferisce un enorme vantaggio selettivo. È difficile immaginare che qualche altra specie possegga la capacità linguistica, ma non abbia mai appreso a servirsene. Né ci sono prove che questo miracolo biologico sia accaduto.
Le differenze fondamentali tra il linguaggio umano e i sistemi insegnati alle scimmie sono molto chiare. Da un punto di vista funzionale, il linguaggio umano è un sistema che favorisce la libera espressione del pensiero, sostanzialmente indipendente dal controllo degli stimoli, dal soddisfacimento dei bisogni, da scopi strumentali: per questo è qualitativamente diverso dai sistemi simbolici insegnati alle scimmie.
#6. Gli ultimi studi
Negli ultimi anni diversi rappresentanti delle neuroscienze e della psicologia evoluzionista hanno negato la peculiarità delle funzioni psichiche superiori dell’uomo, che non si differenzierebbero in modo sostanziale dall’attività psichica degli animali, e che si sarebbero sviluppate in un processo di adattamento naturale all’ambiente.
Chomsky, uno dei più importanti linguisti viventi, è convinto che tali tesi non possano spiegare la complessità del linguaggio umano. Il linguaggio non viene “appreso”, ma cresce secondo un prefissato programma geneticamente determinato, modificato e rimpolpato di specifici dettagli dall’esperienza.
La teoria della grammatica universale presuppone che tutti gli uomini siano dotati della stessa natura e quindi, almeno dal punto di vista linguistico, dell’unità del genere umano.
Articoli consigliati:
- La Grammatica universale di Noam Chomsky
- Lev Vygotskij. La teoria dei processi cognitivi e l’origine del linguaggio
Ultima revisione [last-modified]
Fonti:
- Regole e rappresentazioni. Sei lezioni sul linguaggio di Noam Chomsky
- Ermanno Pavesi: “Noam Chomsky, la linguistica e la “grammatica universale” Cultura&Identità
Noam Chomsky. Libri più venduti online
Ecco i 3 libri di Noam Chomsky più venduti online, con informazioni sul prezzo e valutazione di chi li ha acquistati.