Last Updated on 28 Settembre 2023 by Samuele Corona
Henepola Gunaratana
delinea le 11 regole per la meditazione nel suo libro La pratica della consapevolezza.In parole semplici
Spesso a chi si avvicina per la prima volta alla meditazione viene detto di meditare, meditare, meditare. Ma in che modo? L’intento di Henepola Gunaratana è dare a questa domanda una risposta comprensibile e lontana da astrazioni teoriche.
L’autore si preoccupa innanzitutto di chiarire cos’è la vipassana, in cosa si differenzia dalle altre pratiche di meditazione, quali sono i suoi scopi principali. Poi, pian piano, si scende a un livello più profondo, e vengono esaminate e dissipate le più comuni incomprensioni sulla meditazione buddhista.
Anche i meditanti più esperti troveranno suggerimenti e consigli per affrontare le difficoltà e gli ostacoli che potrebbero presentarsi nella loro pratica: le distrazioni, il dolore e la stanchezza, la sonnolenza, e così via.
Secondo Henepola Gunaratana il processo della meditazione è estremamente delicato, e il risultato dipende assolutamente dallo stato mentale di colui che medita. I precisi atteggiamenti che ne conseguono sono essenziali per il successo nella pratica.
11 Regole per la Meditazione di Henepola Gunaratana
Di seguito verranno descritte 11 regole per la meditazione tratte dal libro La pratica della consapevolezza.In parole semplici di Henepola Gunaratana.
#1. Non aspettatevi nulla
Soltanto sedetevi e vedete cosa succede. Trattate il tutto come una sorta di esperimento. Prendete interesse attivo nella prova stessa. Ma non fatevi distrarre dalle vostre aspettative sui risultati. Perciò, cercate di non essere in ansia per qualunque tipo di risultato.
Lasciate che la meditazione proceda alla sua velocità e nella propria direzione. Lasciate che la meditazione vi insegni quello che essa vuole insegnarvi. La consapevolezza meditativa cerca di vedere la realtà esattamente così com’è.
Che questo corrisponda alle nostre aspettative o no, è opportuna una sospensione temporanea di tutti i nostri preconcetti, idee e opinioni. Noi dobbiamo riporre da qualche parte fuori dai piedi le nostre immagini, opinioni e interpretazioni per tutto il tempo. In caso contrario, inciamperemo sempre su di esse.
#2. Non sforzatevi
Non forzate nulla né fate grandi sforzi esagerati. La meditazione non deve essere aggressiva. Né un violento sforzo. Lasciate che il vostro sforzo sia rilassato e costante.
#3. Non abbiate fretta
Non c’è fretta, perciò prendetevi tempo. Mettetevi seduti su un cuscino e stateci come se doveste starci un giorno intero. Una cosa che sia veramente preziosa richiede tempo per svilupparsi. Pazienza, pazienza, pazienza.
#4. Non aggrappatevi a nulla e non rifiutate nulla
Lasciate che venga quel che viene e regolatevi di conseguenza, qualunque cosa essa sia. Se sorgono buone immagini mentali, ciò è buono. Se invece sorgono immagini mentali negative, anche questo va bene.
Guardate tutte le cose come uguali e mettetevi comodi con qualsiasi cosa accada. Non combattete contro ciò che sperimentate, basta che osserviate tutto in modo consapevole.
#5. Lasciatevi andare
Imparate a fluire con tutti i cambiamenti che vengono. Scioglietevi e rilassatevi.
#6. Accettate tutto ciò che sorge
Accettate le vostre sensazioni, anche quelle che vorreste non avere. Accettate le vostre esperienze, anche quelle che odiate. Non condannatevi per avere difetti e carenze umane.
Imparate a vedere tutti i fenomeni nella mente come perfettamente naturali e comprensibili. Cercate di esercitare sempre una accettazione disinteressata e con un certo rispetto per tutto ciò che sperimentate.
#7. Siate gentili con voi stessi
Siate dolci con voi stessi. Potreste non essere perfetti, ma voi siete tutto quello con cui avete avuto modo di lavorare. Il processo di diventare ciò che state per essere comincia prima con la totale accettazione di chi siete già.
#8. Indagate su voi stessi
Interrogatevi su tutto. Non date nulla per scontato. Non dovete credere a qualcosa solo perché sembra saggia e pia e perché alcuni santi uomini l’hanno detta. Osservate da voi stessi.
Ciò non significa che dovreste essere cinici, impudenti o irriverenti. Significa solo che dovreste essere empirici. Sottoponete tutte le dichiarazioni alla prova reale della vostra esperienza e lasciate che il risultato sia la vostra guida alla verità.
La meditazione di “Insight” si evolve da un interiore desiderio di risvegliarsi a ciò che è reale ed acquisire una liberatoria visione interiore alla vera struttura dell’esistenza. L’intera pratica si basa su questo desiderio di risvegliarsi alla verità. Senza di esso, la pratica è superficiale.
#9. Considerate tutti i problemi come sfide
Guardate le negatività che si presentano come se fossero opportunità per imparare e per crescere. Non sfuggitele, non condannate voi stessi, e sopportate il pesante fardello in santo silenzio. Avete un problema? Bene. C’è più acqua al mulino. Rallegratevi, immergetevi in voi e indagate.
#10. Non soffermatevi a pensare
Non è necessario raffigurarsi tutto. Il pensiero discorsivo non vi libera dalla trappola. Nella meditazione, la mente è purificata naturalmente dalla consapevolezza, dalla pura attenzione silenziosa. L’abituale intenzionalità non serve per eliminare quelle cose che vi stanno tenendo in schiavitù.
Tutto ciò che è necessario è una percezione chiara e non concettuale di cosa esse sono e di come funzionano. Solo questo è sufficiente a dissolverle. Ragionamenti e concetti sono solo d’intralcio. Non pensate. Vedete e basta.
#11. Non soffermatevi sui contrasti
Le differenze tra le persone esistono, ma soffermarsi su di esse è un processo pericoloso. A meno che non le maneggiate con attenzione, vi portano direttamente all’egoismo. Il pensiero umano ordinario è pieno di avidità, gelosia e superbia.
Un uomo che vede un altro uomo sulla strada può immediatamente pensare: “Lui sembra meglio di me”. Il risultato istintivo è invidia o vergogna. Una ragazza, vedendo un’altra ragazza, potrebbe pensare: “Io sono più carina di lei”. Il risultato istintivo e immediato è orgoglio e superbia.
Questo tipo di confronto è un’abitudine mentale, e conduce direttamente a cattive sensazione di un tipo o di un altro: avidità, invidia, orgoglio, gelosia, odio. È un invalido stato mentale, ma è quello che noi abbiamo sempre.
Noi confrontiamo i nostri sguardi con gli altri, il nostro successo, le nostre realizzazioni, la nostra ricchezza, i possedimenti, o il Quoziente di intelligenza. e tutto questo ci porta allo stesso posto; estraniamento, barriere tra le persone, e cattivi sentimenti.
Il lavoro del meditante è di cancellare questa abitudine nociva, esaminandola a fondo, e in seguito sostituirla con un altra. Invece di notare le differenze tra sé e gli altri, il meditante si esercita a notare le somiglianze.
Egli accentra la sua attenzione su quei fattori che sono universali per tutta la vita, le cose che lo porteranno più vicino agli altri. Così il suo confronto, se del caso, lo porterà a sentimenti di affinità piuttosto che a sensazioni di differenziazione.
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