I 36 Stratagemmi comparvero in Cina fin dai tempi più antichi e furono connessi con la filosofia dell’arte del combattimento.
L’arte del vantaggio fu prerogativa dei maestri di strategia, che fornivano i 36 stratagemmi ai signori della guerra, agli uomini di stato e ai diplomatici, non solo per ottenere successi nelle campagne militari ma anche per affrontare questioni complesse e districarsi in contesti competitivi a ogni livello.
I 36 stratagemmi sono efficaci nei campi più disparati: dalla psicologia alla politica, dal business al management, dall’educazione alla diplomazia, dalla comunicazione al marketing, dall’etica alle relazioni umane.
I 36 stratagemmi hanno quindi anche un valore psicologico e non solo militare. Ogni stratagemma è una “chiave” per vincere attraverso inganni, per minare l’equilibrio psicologico dell’avversario: è il modo di fargli fare qualcosa senza che se ne accorga oppure di far qualcosa a sua insaputa o di creare deliberatamente agitazione nel contendente per produrre determinate reazioni e movimenti.
I politici e gli uomini d’affari asiatici utilizzano i 36 stratagemmi come strumenti per risolvere problemi pratici, per raggiungere un obiettivo o rimuovere gli ostacoli che l’esistenza pone quotidianamente.
Essi colgono chiaramente le equivalenze tra i diversi aspetti dell’esistenza, tra guerra e competizione, tra soldati e lavoratori e così via. Nel pensiero cinese c’è una totale interconnessione tra le forze che modellano la filosofia, la spiritualità, l’arte del combattimento, l’arte del vantaggio nella politica e nell’economia.
Così i principi che muovono il comandante in battaglia sono gli stessi che guidano l’uomo d’affari nel mondo del business, il politico nell’esercizio del potere, l’uomo comune nella vita sociale.
I 36 Stratagemmi Cinesi per primeggiare in ogni campo della vita
I 36 stratagemmi sono suddivisi in 6 gruppi che corrispondono a sei situazioni concrete.
A. Stratagemmi delle battaglie già vinte
#1. Portare l’imperatore in barca
Il generale Xue Rengui riuscì, grazie a una città galleggiante, a far attraversare il Mar Giallo al riluttante imperatore Gao Zong. Questo stratagemma insegna che è possibile mascherare i propri obiettivi reali, utilizzando un falso obiettivo che tutti danno per scontato.
La migliore tattica per ordire un piano segreto è quindi quella di agire in piena luce anziché nella penombra.
#2. Assediare Wei per salvare Zhao
Il re dello stato di Zhao, assediato dalle milizie dello stato di Wei, richiese aiuto allo stato alleato di Qi. Il generale dell’esercito di Qi però, non si scagliò contro le truppe di Wei che cingevano Zhao, ma assediò la città di Wei, indebolita dalla temporanea assenza del suo esercito.
Quando il nemico è troppo forte per essere attaccato frontalmente, occorre attaccare prima ciò che ha di più caro, altrove, nel suo punto più debole.
#3. Uccidere con una spada presa in prestito
L’abile stratega è colui che domina i propri impulsi e risparmia le proprie energie. Adattandosi alle circostanze fa in modo che l’avversario distrugga se stesso, prendendo a prestito le sue risorse, le persone di sua fiducia e i suoi alleati e volgendole efficacemente a proprio favore.
#4. Attendere riposati l’avversario affaticato
Scegliere il tempo e il luogo dello scontro è cruciale. Arrivare per primi sul campo di battaglia, ponderare le circostanze propizie e conservare le energie è essenziale. Costringere l’avversario a giungere da lontano, logorarlo con tranelli e azioni diversive, conduce il malcapitato nelle fauci del leone.
#5. Saccheggiare le case che bruciano
Quando l’avversario è afflitto da crisi interna o da minaccia esterna, questo è il momento migliore per attaccarlo. Il saccheggio rappresenta l’azione fulminea e fatale con cui si trae vantaggio dal periodo di difficoltà e di caos dell’avversario, con il minimo sforzo e il massimo tornaconto.
#6. Fare molto rumore a Oriente e attaccare ad Occidente
In ogni battaglia l’elemento sorpresa fornisce un vantaggio schiacciante. Occorre quindi creare un’aspettativa fallace nella mente dell’avversario, lasciando trapelare informazioni fuorvianti, creando false impressioni e camuffamenti per scompaginare i suoi schemi e condurlo in errore.
B. Stratagemmi delle battaglie incerte
#7. Creare qualcosa dal nulla
Creare un inganno, una messinscena, volta a confondere l’avversario affinché prenda il falso per vero e il vero per falso. La distorsione della percezione dei fatti produce illusione e la reiterazione dell’illusione crea l’opinione comune che paradossalmente diventa realtà.
#8. Andare di nascosto a Checang
Ingannare il nemico con esche fisiche e comportamenti simulati che rassicurino al riguardo dei modi prevedibili e dei tempi lunghi della propria strategia. Al contempo, prendere la scorciatoia, insinuandosi come il vento e abbattendosi come il fulmine.
#9. Contemplare l’incendio dalla riva opposta
Quando l’avversario è in posizione di forza non si devono sferrare attacchi precipitosi che potrebbero innescare contrattacchi o coagulare coalizioni di forze avversarie. Occorre attendere pazientemente che l’incendio consumi le forze dell’avversario, prima di passare all’azione e raccogliere i frutti.
#10. Celare la spada dietro un sorriso
Per indurre un avversario potente ad abbassare la guardia, occorre celare le proprie intenzioni ostili dietro a una facciata di leale amicizia. Una volta conquistata la sua fiducia lo si attaccherà a sua insaputa. Il tipo di sorriso dipenderà dal tipo di avversario.
#11. Sacrificare il pruno per salvare il pesco
Lo stratagemma deriva da un’antica poesia della dinastia Han che loda l’amore fraterno di un susino che si sacrifica ai parassiti, al posto del vicino pesco. Ci sono circostanze in cui è necessario sacrificare o perdere qualcosa nel breve al fine di garantirsi qualcosa di più essenziale nel lungo e conquistarsi la vittoria finale.
#12. L’occasione fa il ladro
Approfittare di ogni negligenza ed errore dell’avversario per coglierne anche il più piccolo vantaggio a proprio favore. Recita un antico detto cinese: “Tanti granelli di sabbia ammucchiati fanno una pagoda”. Il crollo di un grande muro può iniziare da una piccola crepa!
C. Stratagemmi delle battaglie offensive
#13. Battere l’erba per svegliare il serpente
Fare qualcosa di insolito ma spettacolare (colpire l’erba) per provocare la reazione del nemico (spaventare il serpente), facendogli rivelare i suoi comportamenti, gli istinti, la sua strategia. Avendo una migliore conoscenza del contendente, si potrà attivare la corretta strategia offensiva.
#14. Ridare vita al cadavere
Si incita a far rivivere qualcosa dal passato, riportando in vita vecchie ideologie, tradizioni o costumi per poi reinterpretarli in base alle proprie finalità. Se non si possiedono discendenze, legittimazioni o titoli per porsi in primo piano, si possono riesumare “cadaveri” dal passato per poi rifondere loro lo spirito.
#15. Indurre la tigre a lasciare il covo di montagna
Mai ingaggiare un combattimento frontale con un potente avversario nel suo ambiente familiare. Attrarlo invece su un terreno sconosciuto, a lui poco favorevole, per renderlo inoffensivo e vulnerabile. Per stanare la tigre occorre comprendere la sua psiche e usare delle esche idonee per condurla in trappola.
#16. Lasciar correre per afferrare meglio
L’avversario in fuga, se incalzato, può rivoltarsi e opporsi con la forza della disperazione. Se in trappola, può combattere fino alla morte. È pertanto opportuno illudere il nemico di avere una concreta possibilità di fuga. Tallonarlo senza metterlo alle strette. Concedergli respiro senza lasciarlo scappare via.
In tal modo, il desiderio di fuga prevarrà sullo spirito di combattimento e condurrà gradualmente l’avversario allo sfinimento e ad arrendersi senza opporre resistenza.
#17. Lanciare un mattone per raccogliere una giada
Un mediocre poeta desideroso di sottrarre i sublimi versi del grande poeta Zhao Gu in visita al Tempio della Roccia degli Spiriti, si fece cogliere nell’atto di scrivere un paio di versi sulla parete all’ingresso del tempio. Zhao Gu inorridito dalla rozzezza dei suoi versi, non poté resistere alla tentazione di correggerli e integrarli con il suo tocco raffinato.
Il mediocre poeta gettò un mattone (i suoi versi rozzi) per ricevere in cambio un reale valore (i versi raffinati di Zhao Gu). Per realizzare un’esca appetibile e importante che venga attribuita realtà ad un’illusione e che si sfrutti la mentalità dell’avversario.
#18. Per sconfiggere i banditi, bisogna catturare il loro re
Quando l’albero cade le scimmie si disperdono. Una forza avversaria privata della sua leadership collassa. Tanto più se tenuta assieme dalla avidità del potere o del denaro o dalle minacce del suo leader. Per ottenere una vittoria schiacciante sull’avversario occorre distruggerne lo “zoccolo duro” e catturarne il capo.
Dunque occorre individuare il centro decisionale della struttura di comando avversaria e concentrare le risorse su quell’obiettivo. Una volta reso inoffensivo il leader, ciò innescherà una reazione a catena che investirà tutti gli uomini e le situazioni a lui collegate.
D. Stratagemmi delle battaglie a più avversari
#19. Togliere la legna da sotto la pentola
Un fuoco poderoso fa bollire l’acqua nella pentola. La forza del fuoco è alimentata dalla legna che arde. Se si tenta di afferrare a mani nude la pentola per rovesciarla ci si scotta e aggiungendo acqua fredda nel calderone si ottiene un misero risultato.
Per eliminare la potenza del fuoco, la via più efficace è togliere la legna da sotto la pentola e attendere che l’acqua si raffreddi. Lo stratagemma insegna a non opporsi alla forza dell’avversario quando è in supremazia, ma bensì a togliergli gradatamente la linfa della sua potenza.
#20. Intorbidire l’acqua per catturare i pesci
Il pesce in acque torbide perde il senso dell’orientamento. Analogamente l’avversario, momentaneamente privato della sua strategia e organizzazione, farà fatica a distinguere il vero dal falso, e cadrà in uno stato di caos e smarrimento.
Le acque si intorpidiscono fornendo un’idea errata della realtà dei fatti oppure mettendo in scena qualcosa di fuori dal comune, di inaspettato, che attragga l’attenzione e semini la confusione e il disorientamento. È la tecnica del depistaggio psicologico usata da prestigiatori e borsaioli, che deviano l’attenzione in un punto lontano mentre occultamente compiono la reale azione.
Essi sfruttano le cosiddette “zone di fallibilità”, ovvero le falle di percezione e valutazione umana che privano l’individuo delta sua bussola di direzione strategica e lo rendono possibile preda di un attacco a sorpresa.
#21. La cicala dorata abbandona il guscio
Lo stratagemma si basa sul fenomeno naturale della metamorfosi della larva in cicala. L’insetto fuoriuscito dalla esuvia abbandona l’involucro vuoto e vola via. È facile poi confondere l’involucro vuoto per la cicala stessa. In altre parole, la facciata rimane intatta, ma il vero gioco si svolge altrove.
La fuga per togliersi furtivamente d’impaccio è velata. Rimane solo il guscio privato dal contenuto, che calamita l’attenzione e trae in inganno l’avversario.
#22. Chiudere la porta alle spalle dei ladri
Circondare l’avversario per precludergli ogni via di scampo. Ovviamente ciò richiede che la forza del contendente sia largamente inferiore alla nostra. E in tal caso non conviene sprecare energie per batterlo. Basta individuate il luogo e la situazione in cui si desideri incappi e chiudere repentinamente le porte al momento opportuno.
In quel momento, occorrerà sferrare il colpo fatale, senza lasciargli respiro e bloccando le possibili vie di fuga. Con il medesimo principio si può annullare anche un avversario più forte, a patto che le sue forze vengano progressivamente divise e condotte in trappola.
#23. Allearsi con un paese lontano per attaccare un paese vicino
Il muoversi su un territorio sotto il controllo altrui e insidioso e dispendioso. Pertanto è preferibile stringere alleanze temporanee con quelli che si trovano lontano, garantendosi per tal via il loro appoggio o neutralità, e colpire invece uno alla volta i contendenti vicini.
La sequenza può essere ripetuta, a diverse riprese, secondo l’ordine: “allearsi, attaccare, vincere, integrare, consolidare” e via da capo. Il principio di fondo dello stratagemma e applicato anche nelle arti marziali e in particolare nell’Aikido.
Non da ultimo un’alleanza strategica con un alleato lontano e più solida e longeva, in quanto le eventuali divergenze d’opinione non avranno una grande rilevanza e influenza sul nostro territorio. Non a caso in campo politico-diplomatico le alleanze più solide sono quelle tra nazioni distanti.
#24. Fingersi di passaggio per catturare Guo
Nel caso in cui si debba fronteggiare contemporaneamente una pluralità di avversari occorre far uso delle risorse e della posizione di uno degli avversari, presentandosi come suo partner. La chiave del funzionamento sta nel fingersi di passaggio per portare conforto e aiuto al partner supportandolo nell’attaccare il comune avversario.
All’interno della sua posizione strategica si potrà avere la meglio sull’avversario e successivamente usare la conoscenza acquisita e le risorse del partner per annullarne la sua forza.
E. Stratagemmi delle battaglie di unione e di annessione
#25. Rubare le travi, sostituire i pilastri senza che la casa si muova
Rubare una trave significa distruggere in segreto gli elementi vitali dell’avversario, le sue chiavi di volta. Sostituire un pilastro significa trarre gli elementi favorevoli dell’avversario dalla nostra parte. Ad esempio, convincendo i suoi uomini chiave ad operare per i nostri scopi.
Lo stratagemma si perfeziona infiltrando segretamente nostri uomini nei ruoli chiave delle forze avversarie o dei loro alleati, in sostituzione di quelli passati dalla nostra parte. In tal modo si sostituirà la sua forza con la sua debolezza. L’abile stratega non dirige solo le proprie forze, ma come nell’arte del combattimento, indebolisce, sposta e disperde anche quelle dell’avversario.
#26. Additare il geloso per rimproverare la sofora
Attraverso ammonimenti e punizioni (rinforzi psicologici negativi), per via allusiva o analogica, si rinforza il comportamento retto del “leader forte” e si soggioga psicologicamente “l’avversario debole”.
Questa tattica psicologica richiede però che il leader coltivi una condotta severa e determinata al fine di mietere approvazione e successo anche nelle situazioni più difficoltose, pur rimanendo prodigo con i propri uomini affinché lo seguano convinti.
#27. Fingersi stolti ma non pazzi
Il grande stratega assume diverse identità e veste la maschera dello stolto dell’incapace o dell’ignorante a dipendenza delle situazioni. Talvolta mostrarsi saggi e rivelare i propri piani può mettere sull’altolà l’avversario e minare il proprio successo.
Uno stolto invece non preoccupa nessuno e induce ad abbassare la guardia al suo avversario, creando una proficua occasione di attacco. Tale atteggiamento consente infine di sgomberare la mente da un’eccessiva concentrazione su di sé, facilitando una percezione più oggettiva della realtà.
#28. Far salire sul tetto il nemico e poi levare la scala
Attraverso l’espediente dell’insaccamento, adescare l’avversario e una volta preso in trappola, tagliargli ogni via di fuga. La Scala è l’esca con cui si convince l’avversario a fare la mossa di cadere in trappola, con un punto di non ritorno, il togliere la scala!
L’esca dipende dalla personalità dell’avversario. Se avido lo si attrarrà con la prospettiva di facili lucri. Se ambizioso lo si attrarrà con la prospettiva di facili conquiste.
#29. Ornare di fiori un albero secco
Bisogna far trasparire all’esterno ciò che ci aggrada, manipolando in tal modo la mente dell’avversario. Mostrargli una forza superiore a quella reale. Abbagliarlo con spettacolari ostentazioni, per impedirgli di percepire correttamente la realtà e distinguere la sostanza dall’apparenza.
Distorcere le sue percezioni cognitive e gettarlo nel dubbio. Gli occhi vedono, le orecchie sentono, la mente crede! L’espediente del depistaggio psicologico manipola la mente dell’avversario per cui “niente e ciò che sembra”.
#30. Mutarsi da ospite in padrone di casa
Chi si addentra nel territorio nemico per portarvi la guerra è l’ospite, mentre chi difende il proprio territorio è il padrone di casa. Di solito, il padrone di casa si trova in posizione favorevole rispetto all’ospite.
Pertanto è sempre opportuno che l’ospite si affidi temporaneamente al padrone di casa al fine di guadagnare conoscenza e tempo prima di trasformarsi nel prossimo “padrone di casa” e prendere possesso della situazione. Avanzare con gradualità, per tappe successive.
La prima tappa è conquistare la posizione di ospite. La seconda di individuate la “breccia”, ovvero il punto debole dell’avversario. La terza è quella di attraversare la breccia. La quarta è quella di conquistarsi la fiducia e la confidenza dell’avversario e di estendere gradualmente il proprio potere. La quinta ed ultima è quella di mutarsi nel padrone di casa!
F. Stratagemmi delle battaglie quasi perse
#31. Lo stratagemma della bella
La bellezza femminile sin dalla notte dei tempi ha esercitato il suo fascino sull’ uomo. La bellezza e anche uno strumento di manipolazione dell’avversario. Secondo la tradizione culturale cinese il maschio combatte con il pugno e la femmina combatte con sorrisi e lacrime.
Nel tao il gocciolio dell’acqua erode la roccia e anche il debole può sconfiggere il forte. Ciò insegna che un avversario forte e compatto non lo si sconfigge con la forza ma con la compiacenza, assoggettandosi temporaneamente alla sua volontà e insidiandolo al di fuori del campo di battaglia.
Lo stratagemma della bella lo si attua a tre livelli: manipolando la coscienza del leader, infatuandolo e seminando la discordia nel suo entourage, aizzando le sue donne affinché esasperino ulteriormente la situazione e conducano il leader alla prostrazione psicologica.
#32. Lo stratagemma della città vuota
Articolare i nostri punti di forza e debolezza nei termini di pieno e vuoto affinché creino un caleidoscopio illusionistico di quattro tipi. Si crei un’illusione di pieno laddove c’è il vuoto al fine di indurre l’avversario a non attaccare. Si crei un’illusione di vuoto laddove c’e il pieno, per attrarlo e attirarlo in trappola.
Si mostri apertamente un vuoto per far supporre all’avversario di trovarsi di fronte ad un pieno e indurlo quindi a desistere a muovere un attacco. Si ostenti un pieno per far supporre all’avversario di trovarsi di fronte a un vuoto e indurlo ad avanzar e imprudentemente.
#33. La spia che torna sui propri passi
Una formidabile arma strategica e rappresentata dal doppiogiochista, ovvero la spia che ritorna sui propri passi. Lo stratagemma si concentra sul riconoscere prontamente le spie inviate dall’avversario per spiarci e nel portarle “dalla nostra parte” tramite laute ricompense oppure fingendosi ignari e facendogli trapelare le false informazioni che lo depisteranno.
#34. Lo stratagemma della ferita
È da utilizzarsi in situazioni di gravi difficoltà. Si fonda sulla convinzione che le persone dl buon senso non infliggono danno e sofferenze a se stesse. Difatti un innocente danneggiato da un comune avversario non viene considerato una minaccia. Suscitando la commiserazione del suo avversario lo trae gradualmente in inganno.
#35. Concatenamento degli stratagemmi
Di fronte a una situazione di grande stallo non conviene arruolarsi in un combattimento. II mantenere aperti diversi stratagemmi all’interno di un più vasto schema di gioco disorienta, confonde, affatica e demoralizza l’avversario.
L’interconnessione dei vari stratagemmi riduce la sua capacità offensiva e il suo spazio di manovra e lo tramuta man mano nel peggior nemico di se stesso.
#36. La fuga è la suprema politica
Quando la vittoria dell’avversario e pressoché certa si profilano quattro possibilità: combattere fino alla morte; capitolare; negoziare; fuggire. Tra tutte le possibilità, la migliore e la fuga, in quanto conserva intatta la capacità di attaccare l’avversario in un momento più propizio. Come recita un proverbio cinese: “Il saggio non combatte una guerra già persa”.
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Bibliografia:
36 Stratagemmi. Libri più venduti online
Ecco i 3 libri sui 36 Stratagemmi più venduti online, con informazioni sul prezzo e valutazione di chi li ha acquistati.
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- LEGGI SOS Autostima >>
Ciao Gabriele, grazie per il commento.
Il lavoro che ha fatto il prof. Nardone è stato quello di selezionare un tot. numero di stratagemmi per poi elaborare una sua sintesi personale che può considerarsi una evoluzione del pensiero strategico “classico” per una moderna applicazione.
I 36 stratagemmi sono sicuramente l’espressione migliore del pensiero strategico cinese, ma tra le opere orientali che ha preso in esame il prof. Nardone sicuramente trovi anche “L’arte della guerra” di Sun Tzu, forse anche Tao Zhu Gong…e altro. Ora non saprei dire quanti stratagemmi ha preso in esame il prof.
Io ho preferito rispettare la terminologia dei testi di riferimento. Se noti i 36 stratagemmi del mio post hanno in gran parte dei nomi diversi rispetto a quelli descritti su Wikipedia. Esistono diverse traduzioni, tante edizioni etc.
Gli stratagemmi li trovi, a volte con nomi diversi, ad es. “Solcare il mare all’insaputa del cielo” equivale a “Portare l’imperatore in barca” .
“Spegnere il fuoco aggiungendo la legna” nella tradizione cinese è definito “lanciare il mattone per ottenere indietro la giada” .
“Partire dopo per arrivare prima” invece è una sintesi moderna di due stratagemmi: Sbatti l’erba per snidare i serpenti” e “Costringi la tigre a lasciare le montagne”.
“Cambiare sempre rimanendo gli stessi” fa riferimento a Sun Tzu e la metafora dell’acqua.
I testi di Nardone dove spiega il lavoro sugli Stratagemmi sono: “Cavalcare la propria tigre” e “Solcare il mare all’insaputa del cielo”.
Non so se recentemente ha trattato l’argomento in modo approfondito, perché non ho letto i suoi ultimi libri 🙂
Curiosità. Perchè in questi 36 stratagemmi cinesi non compaiono i 13 che tratti nell’altro articolo e adattati da Nardone?
Aggiungere legna per spegnere il fuoco
Solcare il mare all’insaputa del cielo
Ecc?
Grazie