La manipolazione perversa conosciuta anche con il nome di “manipolazione distruttiva”, è quella forma di manipolazione di cui si parla di più ma è anche la più rara.
Per alcuni “esperti” la popolazione sarebbe composta da un 1 percento di manipolatori perversi, per altri dal 2 percento, per altri ancora dal 5 percento e per alcuni anche dal 10 percento.
Una persona su dieci sarebbe un “manipolatore perverso”?
In realtà sembrerebbe che i manipolatori perversi si moltiplichino in proporzione al numero di pubblicazioni e programmi che pretendono di descriverli. Questi individui sembrano proliferare al lavoro, in famiglia, nella coppia; come i Visitors delle serie televisive, s’infiltrano insidiosamente tra di noi.
Caratteristiche della manipolazione perversa
La manipolazione perversa consiste nella negazione e nella distruzione della persona manipolata. Il manipolatore instaura rapporti di forza e di dominio e il manipolato è di volta in volta denigrato, ammirato, assoggettato a ingiunzioni paradossali (“Fai questo, ma se ubbidisci, sarai punito”), controllato, isolato dal suo ambiente, non riconosciuto o annientato.
Gli individui impegnati in tali pratiche provano un particolare piacere nel possesso e nella distruzione lenta e pianificata del loro “oggetto”. Spesso hanno una personalità alterata. L’altro non esiste come essere umano, ma solo come obiettivo da abbattere psicologicamente; non gli si riconosce nessuna possibilità di scelta o di decisione.
13 comportamenti distruttivi della manipolazione perversa
I comportamenti illustrati di seguito, tratti dal testo “Le armi nascoste della manipolazione” di Christophe Carrè, sono ampiamente riconosciuti come forme di manipolazione perversa o distruttiva.
#1. Negazione
Agli occhi del manipolatore, l’altro non esiste come essere umano; pertanto non gli riconosce alcuna possibilità di scegliere o decidere. Non vale nulla. È inutile, inferiore, assente. In forma meno aggressiva, il manipolatore perverso si mostrerà freddo, insensibile, disinteressato, indifferente. Si rivolgerà all’altro solo in caso di assoluta necessità.
#2. Svalutazione, denigrazione
L’altro non sa fare nulla, le sue idee e i suoi sentimenti non hanno alcun valore; non capisce nulla. Il manipolatore si adopera a fargli riconoscere la sua inadeguatezza, prendendo a testimoni amici o parenti. Questa manipolazione gli permetterà di far credere al suo entourage che ci vuole fatica e pazienza per sopportare una persona così mediocre.
#3. Stigmatizzazione
i difetti della persona manipolata sono ripetuti in continuazione e presentati come imperfezioni definitive e carenze incolmabili. La vittima è privata di ogni possibilità di cambiamento. È così, è innegabile, e nessuno può farci nulla. Il manipolatore può minare l’identità della vittima, insultarla, ridicolizzarla, sbeffeggiarla o anche evidenziare il suo infantilismo; la sua dignità non ha, per lui, nessuna reale importanza.
#4. Colpevolizzazione
“Quello che sto facendo è solo per il tuo bene; spero te ne ricorderai…”. L’arma della colpevolezza, nelle mani del manipolatore perverso, è terribile, perché tutti hanno delle cose da rimproverarsi, degli scrupoli, dei dubbi su se stessi e una parte di responsabilità nei rapporti. Questi elementi alimenteranno la “cattiva coscienza” e il manipolatore perverso lavorerà per attivare questo stato emotivo.
#5. Falso supporto
Poiché il manipolatore presenta l’altro come incapace di stare in piedi da solo, il suo entourage finisce per considerarlo un protettore generoso; così il manipolatore rafforza la sua immagine sociale e riduce ulteriormente l’autonomia della vittima.
#6. Malafede
Il manipolatore inganna tutti circa le sue reali intenzioni. Si presenta come una persona attenta, premurosa, che vuole solo il bene della persona manipolata e si lamenta che i suoi sforzi non siano riconosciuti e di ricevere in cambio disprezzo, incomprensione o ingratitudine.
- Carré, Christophe(Autore)
#7. Vittimizzazione
Nasce dalla cattiva fede e consente al manipolatore di dare una buona immagine di sé e di attirare la simpatia, ponendosi come vittima. Questo atteggiamento gli permette inoltre di legittimare le sue azioni quando rischia di essere smascherato da chi lo circonda.
#8. Negazione delle norme sociali
Il manipolatore perverso non riconosce le regole sociali comunemente accettate e ne adotta di nuove, spesso con la complicità del suo entourage.
#9. Dipendenza affettiva
Il manipolatore crea con la vittima una relazione di dipendenza, facendone una “sua proprietà”, la sua protesi o la sua ombra, ma d’altro canto rifiuta ogni forma di coinvolgimento con lei. È lui che regge le fila, non dimentichiamolo!
#10. Isolamento
Questo strumento permette al manipolatore di rafforzare la sua influenza e di indebolire psicologicamente la vittima, minando le sue capacità di analisi, limitando la sua libertà di movimento, riducendo il suo spazio vitale e tagliandolo fuori dalle sue relazioni sociali.
#11. Rifiuto di comunicare
Adducendo pretesti, il manipolatore chiude bruscamente la discussione e impone una rottura della comunicazione: “Non ho voglia di parlare con te; va a innaffiare i fiori”.
#12. Paura
Il manipolatore terrorizza la sua vittima, la intimidisce, la minaccia, la mette in una situazione o in un ambiente che presenta pericoli o che può evocare le sue paure.
#13. Abuso
l’influenza esercitata dal manipolatore perverso può giungere allo sfruttamento finanziario, materiale, fisico e sessuale della persona manipolata; il manipolatore può persino corromperla e fargli commettere illeciti.
Se ti è capitato di usare involontariamente uno tra questi comportamenti, sappi che questo non fa di te automaticamente un pericoloso manipolatore perverso, perché è l’abuso di tecniche manipolative e il loro impiego sistematico ad essere dannose per qualsiasi tipo di rapporto.
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