Arthur Schopenhauer, nella sua serie di saggi, Parerga und Paralipomena, include un racconto sul dilemma affrontato dai porcospini durante l’inverno.
Quando arriva il freddo, i porcospini cercano di stringersi tra loro per riscaldarsi. Tuttavia, mano a mano che si avvicinano, iniziano a pungersi a vicenda con le loro spine. Così si allontanano per evitare di ferirsi. Il freddo, però, li spinge nuovamente ad avvicinarsi, e così di seguito.
Finalmente, dopo una grande quantità di tentativi di avvicinamento e di allontanamento, i porcospini scoprono che la cosa migliore è rimanere vicini l’uno all’altro, ma non attaccati.
- Editore: Adelphi
- Autore: Arthur Schopenhauer , G. Colli
- Collana: Gli Adelphi
- Formato: libro (dettagli non specificati)
- Anno: 1998
Il testo della parabola recita così:
“Alcuni porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. Finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l’uno verso l’altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l’uno lontano dall’altro. La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.
A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance! Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui. Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli”.
Freud, la psicologia e il dilemma del porcospino
Il concetto è entrato a far parte dell’ambito della psicologia quando fu riscoperto ed adottato da Sigmund Freud nel saggio del 1921 Psicologia delle masse e analisi dell’Io. Freud affermò che il suo viaggio negli Stati Uniti nel 1919 fu dovuto a questo: “vado negli USA per scovare qualche porcospino selvatico e insegnare qualcosa”.
Freud citò il dilemma dei porcospini riferendolo ai “sedimenti dei sentimenti di avversione e ostilità” presenti nelle relazioni a lungo termine.
Nel suo saggio, Freud pone una serie di domande retoriche circa l’intimità, uno dei nostri più comuni e naturali bisogni umani. Quanta intimità possiamo davvero sopportare? E di quanta intimità abbiamo bisogno per sopravvivere in questo mondo?
- Freud, Sigmund (Autore)
Il dilemma dei porcospini è anche il nostro dilemma. Quasi ogni rapporto affettivo a lungo termine tra due o più persone contiene questo “sedimento” di sentimenti negativi, che sfugge alla percezione a causa del meccanismo della rimozione.
Come il dilemma dei porcospini suggerisce, i rapporti umani hanno un notevole grado di ambivalenza e sono caratterizzati da sentimenti contraddittori verso l’altra persona.
I porcospini nella psicologia sociale
Lo psicologo Jon Maner ha fatto riferimento al “problema del porcospino di Schopenhauer” quando interpretò i risultati di alcuni esperimenti in cui si esaminava come le persone reagissero all’ostracismo e ad altre forme di esclusione.
I risultati mostrano che, per le persone cronicamente ansiose l’esperienza del rifiuto conduce a divenire relativamente asociali; ma fra persone dalla disposizione maggiormente ottimistica l’esperienza del rifiuto conduce a intensificati sforzi di avvicinarsi agli altri. Jon Maner scrive:
“Schopenhauer asseriva che le persone cercano naturalmente una distanza di sicurezza dagli altri. In questo modo il mutuo bisogno di calore viene soddisfatto solo in parte; ma le persone almeno non si feriscono. Schopenhauer era noto anche per il suo carattere cupo e la sua filosofia era nota per il pessimismo”.
Effetto porcospino nei gruppi
Manfred F.R. Kets de Vries, professore clinico di sviluppo della leadership, tra i primi 50 più importanti pensatori di management del mondo e tra i più influenti studiosi della gestione delle risorse umane, nel suo libro Effetto Porcospino. Il segreto per costruire team eccellenti, scrive:
Possiamo interpretare la storia di Schopenhauer come una metafora per le sfide che caratterizzano il bisogno di intimità umana. Siamo destinati a comportarci come questi mitici porcospini, vivendo per sempre in equilibrio tra una vicinanza dolorosa e un isolamento senza amore?
La società contemporanea richiede ai “porcospini umani” di rimanere il più possibile uniti, ma siamo al contempo reciprocamente respinti dalle molte spine a cui inevitabilmente il legame con gli altri ci espone.
Abbiamo tutti simultaneamente bisogno e paura dell’intimità e questo ci crea un dilemma non facilmente risolvibile. La distanza, che i porcospini di Schopenhauer hanno finalmente scoperto essere l’unica tollerabile condizione per coltivare una relazione soddisfacente, rappresenterà anche il nostro codice di condotta da utilizzare in tutte le relazioni.
Dobbiamo considerare che una certa quota di distanza tra noi e gli altri è una parte imprescindibile della condizione umana. Anche se il nostro reciproco bisogno di calore è solo moderatamente soddisfatto a causa di questa distanza, abbiamo meno probabilità di farci del male. Noi non pungiamo gli altri e gli altri non fanno male a noi.
Possiamo osservare il dilemma dei porcospini anche nei contesti di gruppo. Quando la vicinanza è eccessiva? Quanto possiamo aprirci agli altri? Cosa si può rivelare di noi stessi? Qual è il grado di intimità sufficiente? E quando è necessario fissare dei limiti?
La troppa apertura può portare a un’esposizione delle nostre debolezze che ci rendono vulnerabili a reazioni di vergogna e senso di colpa. Questo dilemma costituisce la ragione fondamentale per cui spesso le persone trovano così difficile lavorare con successo in gruppo.
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Bibliografia:
- “Effetto Porcospino. Il segreto per costruire team eccellenti” di Manfred F.R. Kets de Vries
- “Parerga und Paralipomena” di Arthur Schopenhauer
- Wikipedia
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