Il mobbing è una forma di abuso organizzativo, progettato per rimuovere le vittime dal posto di lavoro.
Nonostante le sue implicazioni, “mobbing” è un termine di cui si parla raramente nella cultura aziendale. Non è un termine di uso quotidiano.
Di solito non viene neppure menzionato nella formazione sul posto di lavoro, eppure nel 2010 l’Istat ha pubblicato i dati sul disagio nelle relazioni lavorative in Italia.
I risultati mostrano che il 9% dei lavoratori (2 milioni 633 mila persone) dichiara di aver subito, nel corso della vita, vessazioni, demansionamento o privazione di compiti.
A subire di più sono le donne, con il 9,9%, mentre la fascia di età più colpita risulta essere quella compresa tra i 25 e i 44 anni.
Il Rapporto Eurispes del 2013 conferma la rilevanza della problematica: coloro che dichiarano di aver subito almeno una volta nella vita una qualche forma di vessazione, persecuzione o sopruso raggiungono quota 23,5%. Nello stesso Rapporto, inoltre, emerge come siano i superiori (87,6%) i principali responsabili delle azioni di mobbing.
I settori che riportano un’incidenza più alta sono quello dei trasporti (20%) e il comparto educativo e sanitario (23%).
Il mobbing non va confuso con il bullismo
Mentre il bullismo comporta l’abuso mirato di un individuo da parte di un altro (di solito il capo), il mobbing è una forma di abuso spesso nascosta (solitamente perpetrata da un gruppo) che l’organizzazione stessa sostiene.
Lo scopo esplicito dell’abuso “nascosto” è l’allontanamento della vittima dal luogo di lavoro.
Il caso Thomas McInvale. 3 Fattori comuni a tutti gli episodi di mobbing
Nel 1991, un impiegato delle poste appena licenziato, Thomas McInvale entrò nel Royal Oak Post Office, uccise quattro dei suoi ex manager e si tolse la vita. Cosa potrebbe averlo motivato a compiere un gesto simile? Mobbing.
Esaminando questo tragico caso, scopriamo 3 fattori comuni a tutti gli episodi di mobbing.
#1. La dinamica del gruppo di lavoro
Il mobbing si verifica quando la coesione della squadra si interrompe e alcuni membri del team iniziano a essere visti come “estranei”, piantagrane, o diversi.
Al lavoro, nell’ufficio postale di McInvale, i rapporti tra la direzione e i dipendenti erano pessimi. Pare che McInvale sia stato ingiustamente licenziato per aver fatto qualcosa per cui, di solito, i colletti bianchi chiudevano un occhio.
#2. Le dinamiche organizzative
Sebbene ci siano molti fattori nelle dinamiche organizzative che possono influenzare la probabilità di mobbing, ci concentreremo su due: struttura e ambiente esterno.
La struttura organizzativa del Royal Oak Postal Service era una rigida gerarchia dall’alto verso il basso, con i lavoratori completamente subordinati alla direzione. Questa gerarchia veniva mantenuta attraverso una dura disciplina e i dipendenti che non erano in linea erano soggetti a continui abusi.
Questa struttura rigida e il duro ambiente disciplinare erano associate a delle condizioni economiche non proprio favorevoli, che costituivano l’ambiente esterno del servizio postale.
La tecnologia nel settore e la concorrenza di FedEx e UPS hanno fatto sì che le Poste americane dovessero aumentare l’efficienza e tagliare i costi, rendendo molto elevati fattori come l’insicurezza del posto di lavoro e lo stress correlato.
#3. Dinamiche individuali
Le persone con determinati tratti della personalità, particolarmente ansiose o con un temperamento irascibile, potrebbero avere difficoltà nel gestire gli abusi sul posto di lavoro.
McInvale, ad esempio, era un ex marine nervoso che aveva problemi a gestire situazioni stressanti sul lavoro. Alla fine, la sua personalità, combinata con gli altri fattori stressanti all’interno e intorno all’organizzazione, lo ha portato a “scattare”.
Il mobbing spesso ha un impatto devastante sulla salute e sulla carriera della vittima
Essere vittima di mobbing è già abbastanza grave, poiché la sensazione di isolamento ci rende infelici e sconvolti. Tuttavia, gli effetti del mobbing si estendono ben oltre i nostri sentimenti personali.
Essere isolati dai colleghi può ostacolare la carriera e lasciare le vittime con un vuoto nella loro vita.
La vita di molte persone è incentrata sulle loro carriere, tanto che può essere il punto focale della loro intera identità personale. Il fatto che venga tolta loro la carriera, può causare lesioni gravissime.
Spesso le vittime del mobbing soffrono di alti livelli di stress che possono portare a problemi cardiaci, ipertensione, stanchezza e insonnia.
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Alcune disturbi psichici, come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD), possono essere associati al mobbing sul posto di lavoro.
Le vittime si sentono intrappolate in un ambiente tossico pieno di abusi. Vogliono andarsene, ma allo stesso tempo hanno bisogno di rimanere in azienda per sbarcare il lunario e costruire il loro curriculum. Questi fattori di stress contraddittori a volte portano a PTSD.
In aggiunta a ciò, la depressione e l’essere ostracizzati dai colleghi (molti dei quali una volta sembravano amici) possono far sentire le vittime del mobbing alienate e inutili. A volte, fa perdere loro tutta la fiducia nelle proprie capacità.
Sebbene raramente, il mobbing sia colpa loro, molte delle vittime incolpano se stesse, piuttosto che l’organizzazione, per la loro sofferenza.
Allo stesso modo, il mobbing sul posto di lavoro può danneggiare la carriera della vittima. Molte vittime ritengono di non essere in grado di tornare al lavoro dopo essere state mobizzate; mettono in dubbio la loro capacità di lavorare e, anche se si riprendono, possono perdere fiducia nelle loro prestazioni lavorative, il che li tiene bloccati sullo stesso gradino della scala della carriera.
Molte vittime, infatti, abbandonano del tutto il posto di lavoro organizzativo, preferendo l’imprenditorialità o il lavoro autonomo.
Il mobbing non riguarda solo le vittime, ma anche le loro famiglie e i colleghi
Sebbene il mobbing sia incentrato sull’abuso di una singola persona, ciò non significa che questa persona sia l’unica vittima.
Per cominciare, il mobbing colpisce le relazioni personali e lavorative che circondano le vittime del mobbing.
Le relazioni coniuge e genitore-figlio sono solo uno dei tanti esempi. Lo stress derivante dal mobbing viene spesso trasmesso ai cari della vittima. Dopotutto, se devi dedicare tutte le tue energie a superare le difficoltà sul posto di lavoro, quante energie ti restano per il tuo coniuge o figlio?
Inoltre, spesso soffrono anche gli astanti che assistono al mobbing. Il solo assistere a casi di mobbing può portare a danni fisici e psicologici simili a quelli subiti dalla vittima. Incredibilmente, secondo uno studio, i testimoni di mobbing sul posto di lavoro hanno riportato livelli di stress molto elevati.
Infine, il mobbing sul posto di lavoro colpisce l’azienda in cui si svolge. L’azienda non solo perde tutte le capacità e l’esperienza che la vittima di mobbing estromessa ha portato al tavolo, ma può anche sperimentare tassi di turnover più elevati poiché altri dipendenti diventano insoddisfatti dell’ambiente di lavoro tossico.
E man mano che il personale diventa più insoddisfatto e stressato, aumenta anche la quantità di ore perse per malattia, assenteismo e perdita di produttività, gravando ulteriormente sull’azienda.
Il recupero è possibile se ne fai il tuo obiettivo principale
Se sei vittima di mobbing sul posto di lavoro, non devi sentire che la tua situazione è senza speranza. Sebbene il recupero possa essere lento, non è impossibile. Sulla strada per la guarigione, ci sono alcune cose che dovresti tenere a mente.
- Perfetti, Jacopo(Autore)
#1. Il dolore è una risposta necessaria alla perdita. Il mobbing può portarti via tutte le cose che una volta ti erano care. Assicurati di prenderti il tempo per elaborare ciò che hai perso e non sforzarti di uscirne subito.
#2. Dai la priorità al networking. Dopo aver sofferto di esclusione sociale, si è tentati di evitare del tutto le reti sociali e la società. Evita questo tipo di pensiero. Una comunità sociale forte ti fornisce anche il supporto di cui hai bisogno dopo la tua esperienza traumatica.
Abbi cura di continuare a coltivare i tuoi rapporti con i tuoi cari e di uscire e trovare nuove reti di amici. Prova a fare volontariato, partecipare a un corso d’arte o inglese, trova altre attività sociali che potrebbero interessarti.
#3. Naturalmente, è anche importante cercare un aiuto professionale: da uno psicologo, un medico, un avvocato o un consulente del lavoro; a seconda dei casi.
Come uscire dal malessere
Per assicurarti di prendere la strada più chiara per uscire da malessere causato dal mobbing, avrai bisogno di un buon piano.
Innanzitutto, crea una rete di supporto di persone di cui ti fidi.
Seleziona 5 aree della tua vita (ad esempio: fiducia, carriera, relazioni, ecc.) dove hai sofferto di più a causa del mobbing, e dai la priorità alla riparazione di queste aree.
Parla di questa esperienza con le persone del tuo gruppo di sostegno e ascolta il loro punto di vista. I loro consigli e le loro prospettive ti aiuteranno a capire cosa è successo esattamente e ti forniranno idee su come andare avanti in futuro.
Infine, mentre vai avanti, chiediti: sto andando avanti nel modo giusto? In caso contrario, cosa posso fare per modificare la mia traiettoria? Ogni caso è diverso, quindi assicurati di rimanere flessibile.
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Bibliografia:
- “Overcoming Mobbing” di Maureen Duffy e Len Sperry
- “Mobbing quando il lavoro ci fa soffrire” di Dina Guglielmi
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