Secondo la tradizione buddhista, all’origine della teoria della mente scimmia, ognuno ha nella testa una scimmia, che chiacchiera, reagisce in modo eccessivo, si dimena, strepita per attirare l’attenzione e causa sofferenza psichica.
La mente umana è come una scimmia irrequieta, che passa da un ramo all’altro della giungla senza uno scopo preciso. La scimmia blatera costantemente nella nostra testa, ci consiglia e ci dice dove andare, un po’ come il navigatore satellitare dell’automobile.
La scimmia persegue due obiettivi principali, prioritari rispetto a tutti gli altri: tenerci al sicuro e impedirci di fare brutte figure.