Perché mentiamo? Salvo la presenza di una patologia, tutti mentono per una qualche buona ragione! Altrimenti si sceglierebbe la verità.
La verità è “disponibile” senza ricorrere ad alcun processo cognitivo. È immagazzinata nella nostra memoria e può essere rievocata in qualsiasi momento, senza sforzi particolari. Inoltre, è di più semplice ricezione.
La menzogna, al contrario, richiede sforzi proporzionali alla sua entità. Solitamente è più facile cavarsela utilizzando l’omissione, piuttosto che creare una menzogna gigantesca.
Alla formulazione dell’“argomento” della menzogna si aggiungono anche altri fattori che appesantiscono il carico cognitivo: mantenere la storia plausibile nel tempo; verificare che l’interlocutore vi aderisca; assicurarsi della congruenza tra la dimensione verbale e quella comportamentale, nascondere la paura di essere smascherato.
In breve, è più difficile mentire che dire la verità. Allora perché mentiamo?
Perché mentiamo? 6 Ragioni che spingono vero la menzogna
Secondo Marwan Mery, specialista nel rilevamento delle menzogne e autore di Tu menti!: La Guida Definitiva Per Scoprire Le Menzogne, mentiamo prima di tutto con uno scopo, che sia esso personale o altruistico.
Possiamo tentare di classificare le menzogne menzogne per tipologia e, in seguito, per sotto-tipologia, ma sarebbe noioso e privo di senso. Per semplicità possiamo individuare 6 ragioni differenti che spingono verso la menzogna.
Questa classificazione è tratta dal libro Tu menti scritto dallo specialista nel rilevamento delle menzogne Marwan Mery.
#1. Mentire per comodità
Ci sono delle situazioni nelle quali la menzogna è utilizzata per semplificare il discorso o evitare giustificazioni interminabili. In questo caso state servendo primariamente il vostro interesse in una situazione che giudicate scomoda o imbarazzate.
L’autore fa l’esempio seguente: siete invitati dal vostro datore di lavoro a una serata di gala alla quale parteciperanno persone che non conoscete. Immaginando quanto avreste potuto annoiarvi, declinate l’invito motivando il rifiuto con un precedente impegno già programmato da tempo.
In questo caso mentite per il vostro interesse (non partecipare), contrariamente a quanto avrebbe presupposto una menzogna per benevolenza, il cui l’obiettivo primario sarebbe stato assecondare il datore di lavoro.
#2. Mentire per darsi un tono
Questo tipo di menzogna consiste nel valorizzare certe qualità o competenze, al fine di abbellire la propria reputazione agli occhi degli altri. L’obiettivo è fare una buona impressione con il proprio interlocutore, ricorrendo a stratagemmi volti ad “abbellire” la realtà.
I giovani innamorati fanno spesso ricorso a questa tecnica; i ragazzi tendono ad amplificare certi aspetti a loro avviso importanti, come il numero delle loro conquiste amorose, il loro stipendio o le loro responsabilità professionali.
Le ragazze, invece, preferiscono esagerare quelle qualità apprezzate normalmente dagli uomini, e magari tenderanno a sottostimare il numero delle loro conquiste.
Gli esperti del name dropping, che consiste nel citare delle personalità o il nome dei grandi proprietari nel mondo dell’impresa, usano questo tipo di menzogna per elevare il loro status sociale, sperando così di ottenerne favori.
Marwan Mary racconta che durante una sua conferenza sull’individuazione della menzogna, uno studente si vantava di conoscere molto bene Michael Jackson. Con il mento leggermente sollevato, il petto gonfio, egli raccontava con grande gioia, di quando si recò “con Michael a Neverland”, il numero delle volte in cui “Michael” l’aveva chiamato per chiedergli consigli e via dicendo.
Mary allora domandò quando avesse avuto luogo il loro ultimo incontro. Dopo due secondi di riflessione, occhi bassi, lo studente rispose: “Poco tempo prima della sua morte, agosto 2009?” Solo che Michael Jackson morì il 25 giugno 2009. Peccato.
#3. Mentire per ottenere un vantaggio significativo
Certe persone mentono con l’intenzione di ottenere un vantaggio significativo. La motivazione è strettamente personale e generalmente, se l’inganno viene smascherato, le conseguenze sono gravi, talvolta addirittura disastrose.
Per “vantaggi” si intende elevarsi al di sopra degli altri, sia cercando una posizione di superiorità, che abbassando quella degli altri. In entrambi i casi il bugiardo otterrà una posizione di maggior prestigio.
In questa tipologia di menzogna il bugiardo può diffondere voci false, inventare di sana pianta titoli di studio prestigiosi, appropriarsi del lavoro altrui o ancora sminuire il valore dei propri collaboratori. Tuttavia, una volta scoperto l’inganno, la reputazione del bugiardo è generalmente rovinata.
#4. Mentire per evitare le conseguenze
Vostro figlio rientra da scuola, prende la sua merenda e si appresta a fare i compiti, sotto il vostro sguardo benevolo. Apre la cartella e si accorge che l’astuccio è scomparso. Getta un rapido colpo d’occhio nella vostra direzione e dice: “Papà, mi hanno rubato l’astuccio”. Mica scemo!
Sa benissimo che ammettere di averlo perduto sarebbe più dannoso per lui che addossare la colpa a qualcun altro. Mente dunque, per proteggersi da un’eventuale punizione. Analogamente un marito inventa una serata con gli amici per raggiunge tranquillamente la sua amante: vuole evitare le conseguenze del fatto.
In tutti questi esempi, le menzogne si caratterizzano da una mancata assunzione di responsabilità. Il ricorso alla menzogna è un palliativo.
#5. Mentire per il piacere di farlo
Questa motivazione è più rara, tuttavia esiste. Alcuni provano semplicemente piacere a ingannare gli altri, per il puro piacere di farlo.
Non hanno come scopo il guadagno né la valorizzazione, né l’intenzione di adulare, né altri obiettivi nascosti. Sono persone affette da una patologia e nel loro caso la menzogna è particolarmente difficile da rilevare.
#6. Menzogne banali o cariche di conseguenze
Tutti noi siamo animati da una o più motivazioni per mentire. Sarebbe interessante conoscere il ruolo di ogni tipologia di menzogna nelle nostre relazioni. Purtroppo tale esercizio è impossibile, in quanto vi sono troppi fattori da tenere in considerazione.
Bugie a fin di bene
Possiamo ragionevolmente pensare che le menzogne formulate a fin di bene o per comodità siano le più numerose, in quanto assicurano l’equilibrio delle relazioni sociali e interpersonali.
Le bugie a fin di bene sono indubbiamente le più difficili da individuare, a causa del debole coinvolgimento emotivo di chi le produce e di chi le recepisce.
In effetti, in questo tipo di menzogna, è poco importante convincere e perfino essere creduti. Inoltre, dato che le conseguenze per il bugiardo sarebbero assolutamente marginali, se non addirittura accettabili, qualora un giorno fosse scoperto, quest’ultimo agisce con un livello di stress o di paura relativamente debole, se non inesistente.
Si tratta, dunque, di un comportamento caratterizzato da una ridotta valenza emotiva, in quanto presenta un limitato o inesistente scarto di attivazione rispetto a un comportamento veritiero.
In alcuni casi possiamo porre la domanda senza neanche attendere la risposta: “Tutto bene oggi?” La risposta sarà “sì” nel 90% dei casi. La domanda non è reale e la risposta ha poca importanza. È una convenzione sociale, allo stesso titolo del dire “buongiorno”.
D’altra parte chi riceve la domanda, sapendo della sua valenza convenzionale, privilegerà un “sì” per concludere l’interazione. A questo punto, ognuno tornerà alle proprie faccende personali.
Le menzogne pericolose
Per ovvie ragioni di credibilità e di gestione quotidiana, le menzogne “pericolose” sono meno frequenti di quelle “innocue”.
Nonostante ciò, sono significativamente numerose e, spesso, abbiamo la pessima abitudine di sottovalutarle. Il tornaconto che si può ottenere è uguale alla motivazione, elemento non trascurabile.
- Lieberman, David J. (Autore)
Queste menzogne sono, di solito, accompagnate dalla paura: paura di assumere e affrontare le conseguenze delle proprie azioni. A eccezione di casi particolari, in queste situazioni il bugiardo sperimenta un livello di stress più elevato di quello di una persona onesta.
Un uomo che intrattiene una relazione extraconiugale, a meno che non desideri essere scoperto per porre fine alla propria vita di coppia (strategia a volte impiegata, anche a livello inconscio), sarà preda di sentimenti strettamente legati alla sua infedeltà: paura, vergogna, senso di colpa.
Ciò dipenderà dal contesto, dalla sua personalità e dalla storia della sua relazione. Indipendentemente da ciò, il suo comportamento sarà molto più artificioso se paragonato a una menzogna benevola, rendendo più abbordabile l’individuazione della bugia.
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