Last Updated on 15 Gennaio 2023 by Samuele Corona
Imparare a riconoscere le principali psicotrappole (o trappole mentali) è un primo passo importante per acquisire presenza mentale.
La presenza mentale è l’atto di portare tutta l’attenzione verso ciò che sta succedendo nel momento presente.
Riportiamo la mente al corpo e torniamo alla consapevolezza delle percezioni. Come se le osservassimo dall’esterno. La presenza mentale è un tipo di energia che ci aiuta a essere pienamente presenti, a vivere nel qui e ora e ci libera dallo stress.
Alcune di queste psicotrappole, descritte da Gill Hasson nel suo libro Capire la mindfulness, ti attireranno mentalmente nel futuro altre ti rendono prigioniero del passato.
7 Psicotrappole che ostacolano la presenza mentale
#1. Tendenza alla catastrofe
Riguarda il tormentarsi con pensieri angoscianti sulle possibilità future e gli scenari peggiori. Per esempio se sai di diverti recare in un posto nuovo con la macchina ti crei un film mentale dove ti perdi. Se il tuo capo non ti ha guardato durante una riunione, pensi che ti licenzierà, se ti scopri un neo sulla schiena ti convinci che si tratti di un melanoma.
Oltre a stare in ansia per ciò che, almeno in una certa misura, riesci a controllare, però, potresti angustiarti anche per ciò che sfugge completamente al tuo controllo: paura di volare, di essere vittime di un attacco terroristico, di essere derubati per esempio.
Più ti preoccupi, più immagini che possa accadere il peggio, più rafforzi i relativi percorsi neuronali e trasformi quell’atteggiamento della tua impostazione per default. Permetti alle possibilità negative future di dominare ciò che sta accadendo nel presente.
#2. Conclusioni affrettate
Giudicare o decidere qualcosa prima di possedere tutte le informazioni rilevanti o di avere considerato tutti gli elementi a disposizioni. È difficile non giungere a conclusioni affrettate, perché è la scorciatoia che ci evita di perdere tempo. Una mente aperta rende più difficile capire cosa sta succedendo.
Come saprai quando avrai a disposizione tutti i dati?
Per quanto tempo dovrai mantenere tale apertura mentale?
Il nostro cervello ama prendere scorciatoie senza che ce ne accorgiamo. Ma quando giungiamo a conclusioni affrettate, ci basiamo su informazioni o esperienze passate per predire un risultato futuro.
#3. Pensiero a tunnel
Immagina di guardare in un tubo di cartone. Cosa vedi? Ma soprattutto, cosa non vedi? Con il pensiero a tunnel, la mente esclude possibilità e opzioni. Quando siamo nel tunnel, possiamo fare una sola cosa: andare sempre dritti per uscirne.
Questo atteggiamento mentale può essere utile in una situazione di crisi in cui occorre concentrarsi e ignorare dati insignificanti e superflui. Ma se vai in auto da qualche parte e ti focalizzi solo sulla destinazione da raggiungere, quali panorami, quali luoghi interessanti ti perdi?
Certo perdersi un panorama non è niente di disastroso, ma se ad adottare la visione a tunnel fosse un medico che deve fare una diagnosi?
Il pensiero a tunnel è anche legato alla felicità che, per alcuni di noi, si trova sempre e solo nel futuro. Certe persone non sono mai contente: “Sarò felice quando avrò un partner” o “ sarò soddisfatto quando avrò un buon lavoro”.
Basare la felicità su un evento futuro significa precludersi la possibilità di essere felici ora. La visione a tunnel funziona anche nell’altro senso, cioè bloccandoci nel passato.
- Hasson, Gill(Autore)
#4. Trappola della conferma
Basarsi sull’esperienza passata può aiutare a prendere decisioni, ma non sempre. La trappola della conferma ci impedisce di usare la presenza mentale perché siamo indotti in errore da informazioni e idee non aggiornate, e non riusciamo a valutare la situazione in base ai dati più recenti.
La trappola della conferma è alla base del pregiudizio: il giudicare un evento o una persona basandosi su opinioni o emozioni preconcette, senza affidarsi al ragionamento o alla ricerca di informazioni.
#5. La trappola della conformità
Per la maggior parte di noi, mettere in dubbio ciò che ci viene detto sembra sgarbato e da prepotenti. Siccome non amiamo contraddire il prossimo, sopprimiamo anche l’istinto che ci porterebbe a dubitare del nostro modo di pensare.
Accettiamo, chi più, chi meno, le convenzioni e le opinioni degli altri, anche quando ciò produce sentimenti e comportamenti dannosi o distruttivi.
Certo, adeguarsi all’opinione dei più facilita le relazioni sociali, ma è facile restare intrappolati in un’interpretazione univoca delle informazioni; vedere la situazione da un’unica prospettiva.
#6. Trappola della colpa
Cercare qualcuno da incolpare per la situazione spiacevole in cui ti trovi è un atteggiamento controproducente. Quando un evento è già successo, spesso non puoi fare nulla per cambiarlo.
Ma dato che sei incapace di accettarlo, sei anche incapace di concentrarti su ciò che sta accadendo ora per modificarlo. La ricerca di colpevoli ti rende prigioniero.
Come tutte le trappole, anche quelle mentali ci colgono di sorpresa e sono difficili da evitare. Una volta identificate, sfuggirvi non è impossibile. Nel momento in cui ci rendiamo conto di essere finiti prigionieri dei nostri pensieri, siamo liberi di evaderne.
Un’ottimo libro per imparare a riconoscere le psicotrappole e a combatterle è: “Psicotrappole” di Giorgio Nardone
#7. Trappola dei costi affondati
I costi affondati sono il tempo e lo sforzo che hai già investito in una situazione e che non puoi più recuperare.
I costi affondati possono indurre in errore, facendoti insistere in un’impresa che faresti meglio ad abbandonare, continuando a dedicarvi tempo, fatica e denaro anche se quella persona o quella situazione non ti giovano assolutamente.
Rifiutare di rinunciare significa permettere al passato di dominare il presente invece di riconoscere che l’importante è quello che succede da questo momento in poi.
Tecnica per la presenza mentale
Un’ottima tecnica per la presenza mentale che considero semplice ma allo stesso tempo molto efficace, è la “tecnica della doppia mano” di Eckhart Tolle. Questa tecnica non richiede nessuna particolare abilità, è una semplicissima tecnica meditativa e non occorre essere buddisti e neppure essere spirituali per fare pratica di meditazione.
Lo scopo di questa meditazione è mettere a tacere i pensieri. “Impossibile” diranno molti praticanti di scienze dello spirito “occorrono molti anni di disciplina”. In realtà si possono sperimentare gli effetti benefici in pochissimo tempo.
Brevemente la tecnica funziona così:
- Siediti comodamente su una sedia, con le mani separate. Chiudi gli occhi e diventa consapevole della tua mano destra. Non muoverla, dalle solo la tua attenzione. Diventa consapevole di tutto ciò che senti nella mano destra. Avverti il battito del cuore o qualche tensione muscolare? Qualche fastidio o dolore? Sei consapevole di qualche sensazione generale, come caldo, freddo, rilassamento o formicolio?
- Continua per circa un minuto.
- Ora diventa consapevole della mano sinistra, con le stesse modalità.
- Porta la tua consapevolezza su entrambe le mani. sii consapevole di entrambe le tue mani, nello stesso momento
In questo modo si allontana la consapevolezza dall’attività mentale e si crea un intervallo “senza pensieri” in cui si è altamente vigili e consapevoli ma non si sta pensando.
Con la pratica giornaliera potrai raggiungere questo stato di presenza mentale con maggiore facilità.
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Bibliografia:
- “Capire la mindfulness” di Gill Hasson
- “Psicotrappole” di Giorgio Nardone
- “Il potere di adesso” di Eckhart Tolle