Last Updated on 10 Gennaio 2021 by Samuele Corona
La moda di scrivere sul proprio diario personale è sopravvissuta a tutti i cambiamenti sociali, continuando a rivelarsi un mezzo di espressione apprezzato soprattutto da giovani e artisti.
A dispetto della sua apparente semplicità, esiste una procedura mirata di scrittura terapeutica per ottenere risultati ottimali con l’utilizzo di un diario.
Per questo scopo seguiremo la procedura illustrata da Richard Lorenzo-Robert nel libro La cassetta degli attrezzi della psicoterapia.
Come Scrivere un diario per l’autoterapia
#1. Scegli il tuo diario
Procura un quaderno a righe piuttosto robusto, possibilmente rilegato, affinché i fogli non si stacchino con troppa facilità. Non dovrà essere né troppo grande né troppo piccolo, ma facile da maneggiare.
Abbi cura di sceglierlo di un formato che ti permetta di portarlo sempre con te, negli impegni quotidiani come nei momenti di svago.
Perché questa attività diventi davvero terapeutica, occorre che tu possa praticarla in qualunque momento, cioè ogni volta che emergerà in te qualcosa da esteriorizzare.
#2. Dovrai scrivere a mano
Usare un quaderno significa che dovrai scrivere a mano ciò che starai vivendo, senza far uso di computer o di programmi di scrittura.
La scrittura manuale, con i suoi tratti marcati o irregolari, a volte quasi illeggibile perché tracciata velocemente, oppure precisa ed uniforme, risulterà più personale e denoterà il tuo stato d’animo.
Usando il computer o un programma si scrittura, l’esperienza non verrebbe vissuta altrettanto intensamente.
#3. Non effettuare tagli o censure
Gli americani usano un’espressione interessante per definire un’opera che non sia stata sottoposta ad alcun trattamento edulcorante.
La presentano come uncut, uncensored, and unrated, indicando in tal modo che non è stato eseguito alcun taglio o censura, né alcun tentativo di ordinarne i contenuti. Essa sarà la più pura, e talvolta anche la più dura, espressione dell’autore!
Tutto questo per dire che non dovrai assolutamente trattenerti, né contenerti in ciò che metterai sulla carta, oltre a non doverti curare dello stile o degli errori di ortografia!
Inoltre sarebbe opportuno scrivere a penna e mai a matita, proprio perché risulti più difficile cedere alla tentazione di cancellare e riformulare il discorso allo scopo di attenuarlo. Per trarre la massima efficacia da questa tecnica, occorre agire in questo modo.
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#4. Dai il via alle tue confidenze cartacee
Per dare il via alle tue confidenze cartacee sei libero/a di iniziare da quello che stai vivendo ora, nel tuo trantran quotidiano, oppure di tornare su qualcosa che hai vissuto in passato, risalendo anche fino all’infanzia: non vi sono regole in tal senso, poiché l’idea di base è quella di esprimere ciò che affiora in te e che senti di dover esteriorizzare.
Nota bene: qualunque sia il procedimento che vorrai adottare, abbi sempre cura di indicare in modo chiaro la data ogni volta che scriverai sul diario, per facilitare ulteriormente il ricollocamento nel tempo di alcuni fatti, gli eventuali confronti, o per raffrontare la diversa intensità delle emozioni provate.
#5. Scrivi ogni giorno
Lasciati andare a scrivere come ti viene, come meglio credi; in linea di massima sforzati di farlo ogni giorno, anche se dovesse trattarsi solo di qualche frase o di un breve paragrafo: all’inizio, sviluppare questa abitudine si rivela di fondamentale importanza.
Allo stesso tempo desisti dal voler tornare quotidianamente su quello che hai scritto ieri o nei giorni precedenti: ciò che è stato vissuto e consegnato alle pagine del diario dovrebbe rimanere intatto fino al momento che spiegherò nel punto successivo.
#6. Puoi rileggere (solo) una volta al mese
Per dotare questo esercizio di una profondità psicoterapeutica, occorrerà necessariamente dedicare un po’ di tempo ad una vera e propria rilettura, una volta al mese.
Solo ed esclusivamente in quel momento potrai concederti di rileggere, e persino di commentare, quanto hai scritto, anche in base a ciò che avrai vissuto in seguito, in modo da completare con opportuno distacco la comprensione del senso della tua vita.
Ricorda che durante questa fase occorre usare una penna di colore diverso da quello usato normalmente, per aggiungere successivi commenti a margine a quanto scritto in precedenza, benché di fatto il periodo di rilettura sia oggetto di una sessione a sé stante, debitamente annotata e datata sul diario, ma sempre in un altro colore.
Si tratterà di piccoli momenti di bilancio che, poco alla volta, ti permetteranno di imprimere al diario una direzione decisamente più “autoanalitica”.
#7. Autoanalisi (dopo 6-8 mesi)
Dopo un periodo di tempo più lungo, ossia dopo circa 6 – 8 mesi durante i quali avrai continuato a scrivere sistematicamente e a rileggerti con cadenza mensile come raccomandato, ti accorgerai che sarà giunto il momento di immergerti sempre di più nella prospettiva di un’autoanalisi degna di tale nome.
A quel punto procedi un po’ come nella valutazione mensile, ma concentrandoti essenzialmente sui piccoli bilanci fatti sin dall’inizio, allo scopo di giungere ad un bilancio più completo; rileggi dunque tutte le tue riflessioni mensili, focalizzando spontaneamente l’attenzione su ciò che provi, quindi approfondisci il tutto rispondendo alle seguenti domande in modo dettagliato, ossia non rispondendo solo “sì” o “no”:
- Come sono cambiato, quali progressi ho fatto da quando tengo un diario?
- Sono migliorato anche solo in qualcosa, oppure ho l’impressione di essere e di vivere sostanzialmente come prima?
- Riesaminando ciò che ho scritto, ho forse notato atteggiamenti o abitudini particolari da parte mia?
- Con un po’ di distacco, mi vedo come una persona nella norma, o sento di essere in balia di qualcosa che finora ignoravo?
- Al di là di ciò di cui ho coscienza, sarà forse uno schema a guidare le mie percezioni e i miei comportamenti?
- In ogni nuova relazione che instauro, attraggo persone dal temperamento simile al mio e con gli stessi problemi personali?
- Riesco a individuare in modo chiaro ciò che troppo spesso mi rende insoddisfatto o infelice e ciò che potrei eventualmente cambiare per migliorare la mia esistenza?
- Robert, Richard-Lorenzo(Autore)
È chiaro che questa parte più analitica non sarà sempre facile da applicare concretamente al materiale raccolto nel diario, poiché in genere noi non siamo i migliori giudici di ciò che viviamo nel profondo.
Tuttavia, concediti comunque di avere uno sguardo retrospettivo sul tuo operato, visto che, anche qualora non riuscissi a coglierne tutta l’essenza o tutte le sottigliezze tra le righe, avrai sempre la possibilità di trovare degli elementi di conforto.
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RIF. Tratto
(con modifiche e adattamenti al post) dal libro: “La cassetta degli attrezzi della psicoterapia” di Richard Lorenzo-Robert