6 Dimensioni dell’autostima come descritte dalla psicologa tedesca Bärbel Wardetzki nel libro Pronto soccorso per insicuri cronici.
Il senso di autostima non si basa solo su quanto ci piacciamo e accettiamo, bensì anche sulla qualità dei nostri contatti sociali e sul modo in cui valutiamo la nostra presenza fisica.
Si possono quindi avere valutazioni di valore differente in diverse categorie scrive la Wardetzki.
Per esempio, qualcuno potrebbe piacersi molto ma sentirsi insicuro nel contatto con le altre persone. Qualcun altro potrebbe sentirsi competente ma non sentirsi fisicamente in forma o incapace di reagire in maniera costruttiva alle critiche.
Secondo Bärbel Wardetzki, è utile definire il senso di autostima per ciascuna categoria separatamente. In questo modo è possibile identificare dei deficit di autostima e bilanciarli più facilmente.
Le 6 Dimensioni dell’autostima
Un alto senso di autostima in generale si basa su un atteggiamento positivo nei confronti di se stessi, sulla sicurezza nel contatto con altre persone, su un rapporto costruttivo con la critica e sulla consapevolezza delle proprie capacità nell’affrontare dei compiti.
Ecco le 6 dimensioni dell’autostima come descritte dalla psicologa tedesca Bärbel Wardetzki nel libro Pronto soccorso per insicuri cronici.
#1. Autostima emotiva
Un’alta autostima emotiva è sinonimo di un alto livello di autoaccettazione e autosoddisfazione ed è legata ad atteggiamenti e sentimenti positivi verso la propria persona. Rappresenta la nostra buona reputazione verso noi stessi, il nostro stabile senso di autostima, che è legato alla fiducia e al rispetto per noi stessi.
Siete in grado di prendervi cura di voi stessi, di dare ascolto ai vostri desideri invece di mettervi costantemente sotto pressione e in discussione?
Oppure siete impegnati ogni momento a sottoporvi a una raffica di critiche e giudizi autosvalutanti che non fanno altro che convincervi del fatto che non siete mai all’altezza della situazione?
In questo caso, molto probabilmente, avrete un basso livello di autostima emotiva. Tenderete a sentirvi insoddisfatti e insicuri. Eppure, anche quando la vostra autostima emotiva è bassa, come vedrete è possibile godere di un buon livello di autostima in altri ambiti.
#2. La sicurezza nel contatto con gli altri
Quanto vi sentite sicuri di voi nel rapporto con gli altri? Avete paura di entrare in un luogo affollato? Siete in grado di parlare con gli altri in modo relativamente tranquillo? Vi sentite di mostrarvi come siete oppure siete piuttosto schivi? Di norma non vi piace condividere le vostre opinioni perché pensate che il vostro parere non conti nulla?
Quando le inibizioni nel contatto predominano, l’individuo tende a evitare i contatti sociali. In questo modo però la paura per il contatto successivo aumenta e si crea così un circolo vizioso che finisce nella paura di aver paura. In un caso del genere è opportuno rivolgersi a uno psicoterapeuta.
Allenando le proprie competenze sociali, si sviluppa la capacità di instaurare rapporti sociali gratificanti. In questo modo è possibile superare le proprie timidezze e inibizioni e, di conseguenza, il senso di autostima aumenta.
#3. Il rapporto con la critica
Il modo in cui reagiamo di fronte a una critica mostra quanto sia stabile la nostra autostima. Le persone che non sono in grado di sopportare le critiche, reagiscono o con una grande sensazione di insicurezza e autosvalutazione oppure con arroganza. Infatti, una critica può essere vissuta come un pesante attacco personale da chi ha un senso di autostima molto debole.
Questo accade in particolare alle persone che fanno dipendere la propria valutazione positiva principalmente dai giudizi positivi che provengono dall’esterno. Questo accade quando l’individuo non possiede un criterio interno per misurare la propria autostima, e si ritrova quindi a dipendere completamente dal giudizio che proviene da fuori.
In questo caso, l’idea che gli altri abbiano un’opinione negativa è vissuta come una grande minaccia per il proprio senso di autostima.
Se si possiede un senso di autostima stabile, una critica ricevuta può fare male, certo, perché è chiaro che tutti noi desideriamo essere lodati piuttosto che criticati. Tuttavia, in questo caso, la critica ricevuta potrà più facilmente essere interpretata in senso costruttivo, letta in senso positivo, come un’occasione per imparare qualche cosa.
La critica ricevuta diventa quindi uno spunto per scoprire qualcosa su noi stessi, di cui fino a quel momento non ci eravamo accorti o che non volevamo vedere.
Potremmo quindi prendere questa informazione come occasione di crescita perché adesso sappiamo in che modo possiamo migliorarci. In questo caso, la critica non avrà l’effetto di un attacco distruttivo alla nostra autostima, bensì verrà letta come un’utile fonte di informazioni sul nostro conto.
Se riteniamo che la critica sia inappropriata, avremo la forza di respingerla e considerarla come un’opinione personale di chi ci sta criticando.
#4. L’autostima legata alla capacità di sostenere una prova
L’autostima legata alla performance consiste nella convinzione di essere capaci, competenti e anche nel saperlo riconoscere. La capacità di affrontare delle sfide non è legata solo all’ambito lavorativo, ma si applica quotidianamente. Potrebbe trattarsi di lavori manuali come piccole riparazioni domestiche, imbiancare, piantare fiori e cose del genere.
Ma anche situazioni in cui entrano in gioco le nostre capacità creative e intellettuali. Per una valutazione adeguata è richiesta non solo la percezione delle nostre competenze ma anche la percezione e soprattutto il rispetto dei nostri limiti.
Infatti, se ci costringiamo a fare qualsiasi cosa, finiamo con l’esigere troppo da noi stessi con il rischio di andare incontro a un fallimento. La conseguenza logica può essere un forte senso di autosvalutazione.
Un buon livello di autostima riferita alle prove da affrontare si basa perciò anche sul sapersi concedere il tempo per imparare e nel permettersi di fare degli errori, invece di pretendere di saper fare subito tutto alla perfezione.
#5. L’attrattiva fisica
Vi considerate attraenti così come siete? Vi piace il vostro corpo oppure cercate di evitare di guardarvi allo specchio? Pensate sempre che dovreste pesare di meno per piacere di più e accettarvi? Trovate sempre qualcosa da criticare nel vostro aspetto esteriore?
Il sentirsi a proprio agio nel proprio corpo dipende anche dai canoni di bellezza imposti dalla società. Dagli studi psicologici in materia, oggi sappiamo che gli ideali estetici imposti da riviste e televisione spesso generano un alto livello di frustrazione e insoddisfazione nei confronti del proprio aspetto fisico, il che può causare disturbi nell’alimentazione.
Il confronto con persone sempre più magre prese a modello, influenza la percezione del proprio corpo. A distanza di cinquantacinque anni, la figura della Barbie rimane un modello di riferimento per molte donne, anche se chiaramente la conformazione fisica di questa bambola contraddice le proporzioni del corpo umano di una donna reale.
Uno studio australiano ha fatto emergere il rapporto tra insoddisfazione per il proprio aspetto fisico e il crescente uso di internet. La convinzione di essere troppo grassi, oppure di non essere “adeguati”, mina l’autostima. Un atteggiamento critico e la messa in discussione dei modelli estetici proposti dalla società porta a un suo rafforzamento.
Certamente nessuno ha un fisico perfetto, ognuno di noi ha i suoi punti deboli, tuttavia non è questo che deve minare la nostra autostima; ciò avviene nella misura in cui siamo in grado di prendere atto e di accettare i nostri punti deboli.
Per molte persone il proprio corpo è il campo di battaglia dei propri problemi emotivi. Eppure, invece di lottare contro il proprio corpo nella speranza di trovare una soluzione a questi problemi, è necessario riconoscere il nodo psicologico ed elaborarlo. Basta accettarlo così com’è.
Non ne possediamo un altro e non possiamo diventare consapevoli e sicuri di noi stessi se lo escludiamo. Infatti, non può esserci consapevolezza psichica senza la consapevolezza del proprio corpo.
Riconosciamo le persone dotate di una forte autostima anche dal loro portamento fisico. Se non sono affette da malattie fisiche, la loro postura è eretta, la testa è alta e i muscoli sono ben in tensione. Non si trascinano quando camminano e comunicano verso l’esterno la loro forza e la loro presenza interna.
#6. Prestazioni fisiche sportive
L’ideale di bellezza imposto dalla società si basa da una parte sulla magrezza e dall’altra sull’essere in perfetta forma fisica e sull’essere sportivi. Non ci sarebbe nulla di male se talvolta questa tendenza non portasse a degli eccessi.
Come a dire: chi non vive in modo sano e non pratica attività sportiva, non appartiene al gruppo. In questo modo, per molte persone essere sportivi e avere una perfetta forma fisica diventano parametri fondamentali per la propria autostima: solo chi è magro e allenato è ammirato.
Nei casi positivi, valori alti di autostima sulla scala della prestanza fisica sono collegati con la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità fisiche e di coordinazione e quindi sono fonti di un senso di autostima stabile.
Chiedetevi: mi sento in grado di affrontare delle prove fisiche, sento un senso di gioia quando faccio attività sportiva, sono in grado di muovermi bene e di mantenere l’equilibrio? Mi piace ballare, sento i miei limiti fisici e sono in grado di rispettarli?
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