Last Updated on 25 Ottobre 2024 by Samuele Corona
Allan Pease è un esperto di comunicazione umana, noto soprattutto per i suoi studi sul linguaggio del corpo.
Nel suo libro “Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?” scritto con la moglie Barbara Pease, esplora i segreti della comunicazione non verbale, illustrando come i gesti, le espressioni e i movimenti del corpo possano rivelare molto più di quanto le parole stesse dicano.
Ma cosa si nasconde davvero dietro i nostri comportamenti non verbali? E perché il titolo del libro si concentra sugli occhi e sui piedi come veicoli di menzogna e vergogna?
*Ho incluso il libro “Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?” nella lista lettura: I 7 migliori libri per interpretare il linguaggio del corpo.
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ToggleIl linguaggio del corpo: una finestra sull’inconscio
Il linguaggio del corpo è spesso definito come una finestra sull’inconscio, in quanto molte delle espressioni non verbali sono automatiche e involontarie.
- Pease, Allan(Autore)
Secondo Pease, infatti, le persone possono cercare di controllare ciò che dicono, ma è molto più difficile gestire completamente il proprio corpo. Da qui nasce l’idea centrale del libro: mentre le parole possono essere ingannevoli, il corpo tende a dire la verità.
Perché mentiamo con gli occhi?
Gli occhi sono una delle parti più espressive del corpo umano. Nella comunicazione faccia a faccia, gli sguardi giocano un ruolo fondamentale nell’instaurare fiducia, connessione e attenzione. Tuttavia, Pease spiega come, durante una menzogna, i nostri occhi possano tradirci.
Quando mentiamo, è comune evitare il contatto visivo diretto o, al contrario, mantenere un contatto eccessivamente fisso nel tentativo di sembrare sinceri.
Altri segnali, come l’aumento del battito delle palpebre o il distogliere lo sguardo verso destra, possono essere indizi rivelatori di una bugia. Pease esplora come questi comportamenti, benché sottili, siano spesso percepiti dagli interlocutori, anche se a un livello inconscio.
Perchè ci vergognamo con i piedi?
Per quanto riguarda la vergogna, Pease afferma che essa si manifesta spesso attraverso i piedi. La parte inferiore del corpo è una delle meno consapevoli e controllate durante la comunicazione.
Quando ci sentiamo in imbarazzo, ansiosi o colpevoli, i nostri piedi tendono a “rivelare” i nostri sentimenti.
- Pease, Allan(Autore)
Gesti come incrociare le gambe, puntare i piedi verso un’uscita o spostarli continuamente sono segnali che indicano disagio o desiderio di fuggire dalla situazione.
Questo accade perché i piedi sono legati all’istinto primordiale di fuga, una risposta evolutiva che si attiva in situazioni di stress o pericolo.
Capire i segnali del corpo: un vantaggio nella vita quotidiana
Allan Pease sottolinea che diventare consapevoli del linguaggio del corpo, proprio e altrui, può offrire un vantaggio significativo in molte aree della vita: relazioni personali, interazioni lavorative, negoziazioni e persino situazioni di conflitto.
Riconoscere segnali di inganno o di disagio può aiutare a migliorare la comunicazione e la comprensione reciproca.
Pease mette anche in guardia contro il trarre conclusioni affrettate. Il linguaggio del corpo è complesso e sfaccettato, e un singolo gesto non può essere interpretato isolatamente.
La scienza del linguaggio del corpo
Sebbene molti dei concetti presentati da Pease siano supportati da studi psicologici, la scienza del linguaggio del corpo non è esatta. Le persone possono avere motivazioni diverse per i loro comportamenti non verbali.
- Pease, Barbara(Autore)
Ad esempio, un movimento di piede può indicare disagio, ma potrebbe anche essere semplicemente un’abitudine nervosa o legata a fattori esterni come il freddo o l’ansia.
Pease stesso riconosce la necessità di considerare il contesto e l’insieme dei segnali non verbali, piuttosto che basarsi su un solo elemento.
Allan Pease 7 Consigli per interpretare e comprendere meglio il linguaggio del corpo
Nel libro “Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?”, Allan Pease descrive diverse tecniche per interpretare e comprendere meglio il linguaggio del corpo.
Questi strumenti pratici possono essere utilizzati per analizzare i gesti, le espressioni facciali e i movimenti del corpo degli altri, ma anche per diventare più consapevoli del proprio comportamento non verbale. Ecco alcune tecniche chiave:
#1. Il contatto visivo e la menzogna
Una delle tecniche più conosciute è l’analisi del contatto visivo. Pease spiega che, quando una persona mente, tende a evitare il contatto visivo o, in alcuni casi, a mantenerlo in modo innaturalmente prolungato.
Questo è un segno di eccessivo controllo, perché la persona cerca di apparire sincera. Al contrario, una persona sincera tende a mantenere un contatto visivo naturale, distogliendo lo sguardo brevemente ma senza fuggirlo.
Esempio: Se durante una conversazione qualcuno ti guarda insistentemente senza mai distogliere lo sguardo, potrebbe cercare di convincerti di qualcosa che non è vero. Invece, un continuo distogliere lo sguardo, soprattutto verso destra (per chi è destro), potrebbe indicare che la persona sta creando una bugia.
*Leggi anche: Come superare l’ansia da contatto visivo
#2. I movimenti dei piedi e il desiderio di fuga
Un’altra tecnica che Pease illustra riguarda il comportamento dei piedi. Quando siamo a disagio o desideriamo terminare una conversazione, i piedi tendono a puntare verso l’uscita o verso la direzione in cui desideriamo andare.
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- Pease, Barbara(Autore)
Questo è un segnale che il nostro corpo vuole “fuggire” dalla situazione, anche se con la mente e le parole cerchiamo di apparire tranquilli.
Esempio: Durante una riunione, osserva i piedi dei tuoi colleghi. Se i loro piedi sono orientati verso la porta o se continuano a muoverli, potrebbero sentirsi a disagio o essere pronti a chiudere l’incontro, anche se con le parole non lo manifestano apertamente.
#3. Braccia incrociate e difensività
Le braccia incrociate sono uno dei segnali di chiusura e difensività più classici. Pease sottolinea che quando una persona incrocia le braccia davanti al corpo, tende a proteggersi psicologicamente da una percepita minaccia o disagio.
Questo gesto, spesso accompagnato da un’espressione facciale tesa, può indicare che la persona non è d’accordo con ciò che viene detto o si sente insicura.
Esempio: Se durante una discussione qualcuno incrocia le braccia e ha un’espressione rigida, potrebbe significare che non è d’accordo con te, anche se verbalmente non lo esprime. Per rompere questa barriera, puoi cercare di far rilassare la persona con una domanda aperta o un tono più amichevole.
#4. Il micro-espressioni facciali e l’autenticità delle emozioni
Pease spiega come le micro-espressioni, che sono rapide espressioni facciali spesso inconsapevoli, rivelino le emozioni genuine di una persona, anche quando cerca di nasconderle.
- Pease, Allan(Autore)
Queste espressioni durano frazioni di secondo e possono rivelare rabbia, sorpresa, disgusto o felicità, anche quando qualcuno cerca di mascherarle con un sorriso o con un’espressione neutra.
Esempio: Se durante una conversazione percepisci un rapido accenno di disgusto (ad esempio, labbra arricciate o naso arricciato) sul volto di una persona che sta sorridendo, potrebbe indicare che non è completamente a suo agio o non approva ciò che si sta dicendo, anche se cerca di apparire cordiale.
*Leggi anche: Espressioni facciali, ed emozioni. Come riconoscerle | Paul Ekman
#5. La stretta di mano e il controllo
Pease suggerisce che la stretta di mano può rivelare molto su una persona e sulla sua personalità.
Una stretta di mano forte e con il palmo rivolto verso il basso può indicare un tentativo di dominare o controllare la situazione, mentre una stretta di mano più debole può trasmettere insicurezza o sottomissione. Inoltre, se una persona utilizza entrambe le mani (stretta con una mano e appoggio dell’altra sul braccio), potrebbe cercare di mostrare calore o fiducia.
Esempio: Durante un incontro d’affari, se una persona ti offre una stretta di mano forte con il palmo rivolto verso il basso, potrebbe cercare di stabilire una posizione dominante nella relazione. Se, invece, utilizza entrambe le mani, potrebbe voler apparire più amichevole o cercare di instaurare un legame più stretto.
*Leggi anche: Il Tocco Magico: Un Potente Strumento di Persuasione
#6. Gesti di autocomfort
Pease descrive i gesti di autocomfort, cioè quei piccoli movimenti che facciamo per rassicurarci inconsciamente quando siamo ansiosi o stressati. Toccarsi il viso, strofinarsi le mani, giocherellare con oggetti (come una penna o un anello) sono tutti segnali che indicano nervosismo.
Esempio: Durante un colloquio di lavoro, se il candidato inizia a giocherellare con la penna o a toccarsi ripetutamente il volto, potrebbe essere segno di stress o ansia, anche se cerca di apparire calmo.
#7. I segnali di sincera apertura
Un corpo aperto, con le braccia e le gambe non incrociate e le mani visibili, indica generalmente apertura e sincerità. Pease consiglia di cercare questo tipo di postura quando si vuole capire se qualcuno è genuinamente disposto a dialogare o collaborare.
Esempio: Se durante una conversazione noti che l’interlocutore tiene le mani ben visibili sul tavolo, il busto rivolto verso di te e le gambe non incrociate, è probabile che sia aperto alla comunicazione e si senta a suo agio.
- Pease, Allan(Autore)
“Perché mentiamo con gli occhi e ci vergogniamo con i piedi?” offre un’interessante finestra sul mondo del linguaggio del corpo, dimostrando come gli aspetti non verbali della comunicazione possano spesso rivelare ciò che le parole cercano di nascondere.
Attraverso una combinazione di aneddoti, esempi pratici e ricerche psicologiche, Pease ci invita a diventare osservatori più attenti degli altri e di noi stessi. Il libro rappresenta una guida utile per chiunque voglia migliorare la propria capacità di interpretare i segnali nascosti nelle interazioni quotidiane e, soprattutto, comprendere meglio le dinamiche nascoste che si celano dietro ogni conversazione.
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