Last Updated on 27 Ottobre 2021 by Samuele Corona
In psicologia, le euristiche del pensiero hanno una valenza più negativa che positiva, indicando modalità di elaborazione dell’informazione caratterizzate da assenza di sforzo mentale, che, seppure capaci talvolta di offrire valutazioni adeguate, spesso si dimostrano errate.
Le euristiche del pensiero sono delle scorciatoie cognitive che permettono di produrre giudizi e inferenze molto veloci, semplificando problemi complessi, ma che costano care, in termini di correttezza, per il risparmio di fatica che offrono.
Ed ecco che la via “euristica”, cioè quella delle scorciatoie mentali con cui semplifichiamo pragmaticamente i problemi ed economizziamo le risorse utilizzate per risolverli, è foriera di distorsioni cognitive: cioè vere e proprie trappole mentali nelle quali tendiamo diabolicamente a cadere e di cui l’evidenza sperimentale ha via via delineato una geografia sempre più precisa.
L’uomo come economizzatore di risorse cognitive
Gli studiosi che analizzano l’uso delle euristiche del pensiero assumono come modello di uomo la metafora dell’economizzatore di risorse cognitive.
La mente umana è così concepita come dotata di una limitata capacità di elaborare l’informazione e proprio per questo sarebbe costretta a utilizzare strategie di pensiero semplificate.
Capaci di risparmiare risorse cognitive per gestire la realtà più consueta, al fine di offrire la potenza di pensiero richiesta quando si debbano affrontare problemi difficili e importanti, queste scorciatoie non sono sintomi di un mal funzionamento della mente, bensì un aspetto essenziale dell’intelligenza umana.
Le euristiche sono comunque spesso il risultato di certezze condivise all’interno di un contesto culturale, formando così la base di molte convenzioni sociali, che garantiscono agli individui la familiarità necessaria per rispondere prontamente alle situazioni comuni.
Sebbene non sia stato definitivamente chiarito in quali ambiti e condizioni il soggetto sia portato a farne uso, i dati forniti dalla ricerca e l’evidenza aneddotica sembrano confermare che i giudizi umani siano fortemente influenzati dalle euristiche.
Le 3 Principali Euristiche del pensiero
Di seguito 3 le più importanti forme di pensiero euristico: Rappresentatività, Disponibilità e Ancoraggio.
#1. Euristica della rappresentatività
Secondo l’euristica della rappresentatività, persone o oggetti vengono inscritti in una categoria concettuale tramite un processo di valutazione della similitudine tra le loro caratteristiche principali e quelle rappresentative della categoria.
I giudizi di categorizzazione basati sulla rappresentatività interessano principalmente l’utilizzo di schemi sociali relativi a prototipi e stereotipi.
Sapere, per esempio, a proposito di uno sconosciuto che si tratta di una persona aggressiva e disinteressata alla comunicazione informatica rende più probabile che essa sia identificata come un pugile piuttosto che come un professore.
Tale giudizio viene formulato nonostante l’informazione disponibile sia insufficiente e a dispetto delle probabilità di base, le quali ci dicono che il numero di professori presenti nella popolazione è più alto di quello dei pugili.
- Editore: Mondadori
- Autore: Daniel Kahneman , Laura Serra
- Collana: Oscar saggi. Cult
- Formato: Libro in brossura
- Anno: 2020
Proprio il mancato o relativo utilizzo delle informazioni inerenti alle probabilità di base viene indicato come dimostrazione dell’utilizzo di questo tipo di euristica.
Così spiegato da Amos Tversky e Daniel Kahneman, gli psicologi che scoprirono l’euristica della rappresentatività: Un evento è giudicato probabile nella misura in cui rappresenta le caratteristiche essenziali della sua popolazione d’origine o del processo che l’ha generato.
Esperimento del recruiter
Il seguente esperimento mentale è diventato un classico degli studi cognitivi.
Immagina di essere in cerca di una persona da assumere nella tua azienda e di prendere in considerazione questa candidata:
Linda ha 31 anni, è nubile, estroversa, molto brillante e laureata in filosofia. Quando era studentessa, era molto interessata ai problemi di discriminazione e di giustizia sociale, e partecipava anche a dimostrazioni antinucleari.
Quale delle due ipotesi ti sembra più probabile?
1. Linda fa la cassiera in banca.
2. Linda fa la cassiera in banca ed è attiva nel movimento femminista.
Di fronte a questo scenario, l’85 per cento dei soggetti scelse la seconda alternativa. Matematicamente parlando è la scelta sbagliata, perché la probabilità che due eventi si verifichino insieme è sempre inferiore alla probabilità che se ne verifichi uno.
Eppure quasi tutti cadono in errore, vittime della fallacia della rappresentatività, che vuole che i termini descrittivi illustrati nella seconda alternativa appaiano più rappresentativi di Linda.
Centinaia di esperimenti rivelano sistematicamente che in condizioni di forte incertezza le persone prendono decisioni istintive adottando queste regole empiriche per accorciare il processo di elaborazione.
#2. Euristica della disponibilità
Ti sei mai accorto della quantità di semafori rossi che incontri quando sei in ritardo per un appuntamento? Si, certamente. Come fa l’universo a sapere che sei in ritardo? Non lo sa, ovviamente 🙂
Questa nostra percezione è un esempio dell’euristica della disponibilità, cioè la tendenza ad assegnare probabilità sulla base di elementi a noi immediatamente disponibili, specie quelli che sono più vividi, insoliti o emotivamente connotati, per poi trarne conclusioni generali sulle quali fondare le nostre scelte.
L’euristica della disponibilità si riferisce alla tendenza a giudicare gli eventi come frequenti o probabili nella misura in cui sono prontamente accessibili in memoria.
Tale euristica riflette la nostra esperienza del mondo e, proprio a causa di ciò, può portare a inferenze e giudizi errati.
Le cause di morte
Quando le persone sono chiamate a stimare la prevalenza tra differenti cause di morte, i giudizi riflettono la salienza della cronaca giornalistica, che assegna grande visibilità a cause di morte spettacolari.
- Shermer, Michael(Autore)
Per esempio, la stima delle probabilità di morire in un incidente aereo (o in un attacco terroristico, o colpiti da un fulmine, o sbranati da uno squalo) è direttamente connessa alla disponibilità immediata di quell’evento nel nostro mondo, in particolare alla sua visibilità mediatica.
Se i giornali e soprattutto la televisione si occupano di un evento, il pubblico è portato a sopravvalutare le probabilità che si verifichi di nuovo.
Uno studio della Emory University, per esempio, ha rilevato che la prima causa di mortalità maschile, malattie cardiache, riceve la stessa copertura mediatica dell’undicesima causa: l’omicidio.
Dato che i media, negli ultimi 2 anni si sono occupati esclusivamente di morti COVID 19, è facile immaginare che queste morti procurino un forte impatto emotivo e vengano facilmente evocate per formulare giudizi e inferenze in situazioni di incertezza.
#3. Euristica dell’ancoraggio
Poiché di rado possiamo contare su criteri oggettivi per valutare credenze e decisioni, ci affidiamo a qualsiasi criterio abbiamo a disposizione, per quanto soggettivo possa sembrare.
Questi criteri si chiamano ancore, da cui l’effetto di ancoraggio, cioè la tendenza a fare eccessivo affidamento su un riferimento o un’informazione appartenenti al passato quando prendiamo decisioni.
Chiunque abbia fatto un giro in un suk marocchino avrà provato a proprie spese il modo in cui la trappola dell’ancoraggio agisce sul processo di vendita. Si comincia con un prezzo molto alto, a cui l’acquirente rimane mentalmente vincolato, si procede diminuendo quella cifra per fargli apprezzare la riduzione di prezzo e, quindi, l’affare.
- Motterlini, Matteo(Autore)
I saldi funzionano in modo analogo. La spesa per un oggetto opportunamente scontato risulterà vantaggiosa per il semplice fatto di essere paragonata al prezzo pieno, a prescindere dal valore reale. Per la stessa ragione il personale dei negozi è spesso istruito a presentare ai clienti per primo l’articolo più caro.
Un altro trucco, usato dai venditori di automobili, consiste nell’ancorare il cliente al prezzo dell’auto nuda, senza accessori; quindi, concordato l’acquisto, nel guidarlo abilmente tra i vari optional, attraverso continui incrementi, relativamente insignificanti rispetto al prezzo dell’auto.
Ancorati al valore iniziale, che rappresentava una spesa reputata sostenibile, si finirà per pagare molto di più, ma senza soffrirne troppo.
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Bibliografia:
- “Psicologia sociale” di Zamperini e Testoni
- “Homo Credens” di Michael Shermer
- “Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman
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