Il mental training sportivo è un allenamento mentale che contribuisce a migliorare le prestazioni atletiche. Si occupa di offrire strumenti e metodologie per affinare il coordinamento tra corpo e mente.
La maggior parte di noi vive in un mondo poco impegnativo sul piano fisico. Per sopravvivere, non dobbiamo scalare montagne, posizionare trappole né scagliare lance contro i dinosauri. Apprendiamo la maggior parte delle nostre abilità motorie da giovani, poi tiriamo avanti per il resto della vita. Ma gli atleti scelgono di alzare la posta, affinando i loro corpi fino a renderli strumenti di precisione.
Le prestazioni atletiche cominciano nella mente, che è il contenitore dei pensieri. Guardiamo il mondo, all’esterno, per mezzo dei sensi. Le impressioni sensoriali penetrano nella mente e lì vengono elaborate. Poi, se decidiamo di compiere un’azione necessaria, il corpo risponde per compierla. Naturalmente questa è una grossa semplificazione 🙂
È un po’ come se la mente fosse il conducente e il corpo l’automobile, o meglio il veicolo della nostra coscienza. Il corpo la porta in giro affinché possa fare esperienza attraverso i sensi e accrescere la conoscenza relativa del mondo in cui abitiamo.
Frank Kinslow sostiene che quando la coscienza è guidata dall’ego, siamo motivati dalla paura e non riusciamo a goderci la gita. È come guidare nel traffico quando pensi che ogni macchina voglia urtarti. Quando invece al posto di guida c’è il Sé, il corpo e la mente si rilassano e reagiscono più facilmente.
Lo stesso avviene nello sport. Anche un atleta radicato nel Sé è rilassato e le sue reazioni fisiche sono del tutto spontanee. Capita spesso di sentire un atleta centrato nel suo Sé che dice: “Ero nel flusso. Il mio corpo si è comportato in modo impeccabile e io ero perfettamente calmo”.
Il nostro “concetto del Sé” è una mappa che noi facciamo della nostra identità la cui base è costituita da convinzioni che riguardano il nostro potenziale e i nostri limiti. Include quelle caratteristiche di noi stessi che percepiamo come auspicabili, unitamente a quelle non auspicabili.
Dal momento che le nostre convinzioni si trovano a un livello diverso rispetto alla nostra identità, esse possono supportare o limitare vari aspetti della nostra performance.
Quante volte hai sentito dire che il Coach lavora solo a livello dei comportamenti e delle convinzioni dei propri clienti?Spesso è proprio così, quello è il lavoro che fanno la maggior parte dei Coach: comportamenti e convinzioni.
In realtà per poter essere efficaci nel Coaching occorre lavorare ad un livello più profondo che comprenda l’identità del cliente, apportando così cambiamenti che possono essere duraturi.
Questo con lo scopo di farti capire l’importanza di un lavoro sull’identità per portare il cliente a dei risultati che un semplice addestramento comportamentale non potrebbe produrre.
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