Last Updated on 20 Maggio 2025 by Samuele Corona
Trump Hitler: un accostamento che può sembrare estremo, provocatorio o addirittura scandaloso. Eppure non si tratta di un titolo sensazionalistico, ma di una reale curiosità scientifica emersa da uno studio dell’Università di Oxford condotto nel 2016 dallo psicologo inglese Kevin Dutton.
Lo studio ha analizzato i tratti psicopatici di vari leader politici, sia del passato che del presente, utilizzando una scala psicologica riconosciuta a livello internazionale: la PCL-R, elaborata dallo studioso Robert Hare.
Il risultato? Trump supererebbe addirittura Hitler in alcuni indicatori di psicopatia.
*Ne ho parlato nel post: Tratti Psicopatici. 20 Caratteristiche tipiche dello psicopatico
Il confronto “Trump Hitler” non nasce quindi da una provocazione, ma da una valutazione oggettiva dei tratti della personalità, tra cui il narcisismo estremo, la mancanza di empatia, la manipolazione e il fascino superficiale.
Secondo Dutton, Trump condivide con Hitler alcune caratteristiche tipiche dei cosiddetti “psicopatici di successo”, individui che, pur mostrando tratti disturbanti, riescono a conquistare il potere grazie al loro carisma, alla spregiudicatezza e alla capacità di manipolare le masse.
# 1. I tratti psicopatici secondo la scala PCL-R e lo studio di Kevin Dutton
Quando si parla di personalità politiche controverse, l’accostamento Trump Hitler colpisce immediatamente per il suo impatto emotivo e storico.
Eppure questo parallelismo ha trovato una base sorprendentemente concreta all’interno della psicologia scientifica, grazie allo studio realizzato nel 2016 da Kevin Dutton, psicologo e ricercatore all’Università di Oxford.
Dutton ha analizzato e classificato i tratti psicopatici di diversi leader mondiali, passati e presenti, utilizzando la PCL-R (Psychopathy Checklist-Revised), uno strumento sviluppato dallo psicologo Robert Hare per misurare i livelli di psicopatia in soggetti umani.
Questa scala prende in esame caratteristiche come charme superficiale, manipolazione, freddezza emotiva, assenza di empatia e senso di colpa, narcisismo patologico e comportamento impulsivo.
*Foto tratta da Oxford Press
Secondo i risultati emersi dallo studio, Trump e Hitler mostrano entrambi numerosi tratti psicopatici, ma la vera sorpresa sta nel fatto che Donald Trump ha ottenuto un punteggio complessivo superiore persino a quello attribuito ad Adolf Hitler.
Naturalmente il confronto Trump Hitler non vuole equiparare i due sul piano storico o ideologico, bensì evidenziare come alcune caratteristiche psicologiche profonde possano essere condivise da figure politiche molto differenti, accomunate però dalla capacità di manipolare le masse, affascinare, dominare la scena pubblica e mantenere il potere a lungo.
Per Dutton, Trump rappresenta un esempio moderno di ciò che la psicologia definisce “psicopatia di successo”, ovvero una combinazione di tratti antisociali che, anziché distruggere una carriera, la rendono possibile.
#2. Egocentrismo estremo e bisogno di ammirazione
Nel mondo della psicologia, il bisogno ossessivo di ammirazione e l’egocentrismo smisurato sono considerati segnali chiave di personalità narcisistiche o psicopatiche.
*Leggi anche: 4 personalità pericolose | Il Narcisista, il Predatore, il Paranoico, l’Instabile
Non sorprende, quindi, che nello studio condotto da Kevin Dutton il confronto Trump Hitler emerga proprio sotto questa lente. Entrambi i leader, seppur in epoche e contesti diversi, hanno costruito la loro immagine pubblica su una narrazione di grandezza, potere e superiorità.
Per Trump, l’egocentrismo si manifesta costantemente: dalla sua ossessione per i numeri delle folle alle sue dichiarazioni pubbliche incentrate sempre su sé stesso, passando per la continua necessità di conferme, like e applausi, specialmente attraverso i social media.
Kevin Dutton, nel suo studio, sottolinea come questi comportamenti rispondano a un profilo psicologico in cui il sé viene collocato sempre al centro, al di sopra degli altri e delle regole.
Il parallelo tra Trump e Hitler diventa evidente se si osserva anche il modo in cui entrambi hanno plasmato il loro consenso: attraverso slogan semplici, ripetuti, e un culto della personalità martellante.
L’esaltazione del proprio ego non è solo un tratto caratteriale, ma uno strumento di controllo, capace di attrarre e fidelizzare le masse. Dutton sottolinea che il bisogno patologico di ammirazione può far apparire questi leader carismatici, decisi e vincenti, ma in realtà nasconde insicurezze profonde e una totale mancanza di empatia.
Sembrerebbe che dietro il narcisismo politico si celi spesso un assetto psicologico che sfida i limiti della normalità, spingendo al potere personalità disturbate ma straordinariamente funzionali.
#3. Mancanza di empatia e disumanizzazione dell’altro
Nel profilo psicologico di un leader con tratti psicopatici, la mancanza di empatia rappresenta uno degli elementi più evidenti e allo stesso tempo più pericolosi. Anche in questo caso, il confronto tra Trump e Hitler assume un significato emblematico.
Lo studio condotto presso l’Università di Oxford, ha rilevato come entrambi i leader mostrino un marcato distacco emotivo dalle sofferenze altrui, condizione che permette loro di compiere scelte drastiche senza farsi condizionare dal senso di colpa o dalla compassione.
La mancanza di empatia, infatti, è ciò che consente a personalità come Trump e Hitler di adottare una comunicazione dura, spesso disumanizzante, nei confronti di chiunque venga percepito come “nemico” o “diverso”.
Nel caso di Trump, le sue dichiarazioni sugli immigrati, le donne, le minoranze e persino i disabili hanno spesso suscitato indignazione pubblica. Tuttavia, dal punto di vista psicologico, queste frasi rivelano molto più di una semplice provocazione politica: mostrano la capacità di trattare interi gruppi umani come entità astratte e impersonali, privandoli di dignità.
Nel parallelismo tra Trump e Hitler, questa dinamica appare con particolare chiarezza. Entrambi hanno saputo usare la disumanizzazione per rafforzare la propria leadership, polarizzando l’opinione pubblica e trasformando l’altro in un nemico da combattere o da ridicolizzare.
Dutton evidenzia come questa mancanza di empatia non sia solo un difetto personale, ma un ingranaggio fondamentale nel successo politico di leader con profili psicopatici.
*Leggi anche: La Triade Oscura | Il narcisista, il machiavellico, lo psicopatico
#4. Manipolazione e sfruttamento strategico degli altri
Uno dei tratti distintivi che accomuna figure come Trump e Hitler nel profilo psicologico tracciato da Kevin Dutton è la spiccata capacità di manipolare e sfruttare strategicamente chi li circonda.
Nel suo studio del 2016, pubblicato dall’Università di Oxford, Dutton osserva come i leader dotati di forti tratti psicopatici siano eccellenti nel riconoscere le debolezze altrui e nell’usarle a proprio vantaggio, costruendo intorno a sé reti di persone disposte a obbedire, servire o difendere, anche contro ogni evidenza logica o morale.
Nel confronto tra Trump e Hitler, questa abilità manipolativa emerge con particolare evidenza. Entrambi hanno saputo costruire una base di fedelissimi pronti a sostenere ogni loro decisione, nonostante contraddizioni evidenti, errori o scelte discutibili.
Trump, ad esempio, ha mostrato un notevole talento nell’attirare e poi scaricare alleati e collaboratori a seconda della convenienza politica o personale, senza mai perdere il controllo della narrazione mediatica.
Questa abilità di manipolazione è strettamente legata a un altro tratto psicopatico descritto da Dutton: l’assenza di rimorso. La capacità di piegare la realtà a proprio vantaggio e di plasmare l’ambiente sociale secondo le proprie esigenze è un’arma potentissima nelle mani di personalità con questa configurazione psicologica.
Dutton sottolinea che la manipolazione non è un effetto collaterale, ma una strategia primaria per leader come Trump e Hitler, capaci di mantenere il potere anche in contesti ostili grazie a una lucida e spietata lettura del comportamento umano.
*Leggi anche: 11 Principi della Propaganda nazista di Joseph Goebbels
#5. Menzogna patologica e costruzione di una realtà alternativa
Tra i tratti psicologici analizzati da Kevin Dutton, la menzogna patologica occupa un posto di primo piano, soprattutto quando si parla di leader politici con caratteristiche psicopatiche. Nel confronto tra Trump e Hitler, questa tendenza appare come un filo conduttore che attraversa carriere, discorsi e strategie di comunicazione.
Dutton sottolinea come i soggetti ad alto punteggio nella scala PCL-R siano spesso abili costruttori di realtà alternative, capaci di mentire senza esitazioni e con un’autentica convinzione, al punto da rendere difficile distinguere la finzione dalla realtà.
Nel caso di Trump, questo meccanismo è stato visibile per tutta la sua presidenza: dalle dichiarazioni sulle elezioni, ai dati economici, fino alle risposte sulla pandemia. Ogni contraddizione o smentita ufficiale veniva respinta con nuove versioni dei fatti, confezionate ad hoc per rafforzare la propria immagine e disorientare l’opinione pubblica.
La manipolazione sistematica della verità, unita alla capacità di ripetere slogan e concetti fino a renderli credibili, rappresenta un tratto comune tra leader con profili psicopatici. Dutton lo definisce “distacco morale”, una condizione in cui la verità diventa irrilevante, sostituita dal potere della persuasione.
*Leggi anche: Tali Sharot | 7 Segreti della persuasione rivelati da una neuroscienziata
#6. Carisma superficiale e fascinazione di massa
Un altro elemento chiave che emerge dallo studio di Dutton è la sorprendente capacità dei leader psicopatici di esercitare fascino e carisma, pur in assenza di empatia o profondità emotiva.
Questo aspetto rende il confronto tra Trump e Hitler ancora più interessante, perché entrambi hanno saputo conquistare le masse proprio grazie a questa dote tanto magnetica quanto ingannevole.
Dutton, attraverso la scala PCL-R, evidenzia come il carisma superficiale sia un tratto distintivo dei cosiddetti “psicopatici di successo”. Non si tratta di un carisma basato su valori autentici o relazioni sincere, ma di un’abilità teatrale nel comunicare sicurezza, dominanza e controllo, anche quando queste qualità non trovano riscontro nella realtà dei fatti.
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Nel caso di Trump, la retorica semplice, diretta e provocatoria, unita a un uso sapiente dei social media, ha creato un’immagine di leader forte e “anti-sistema”, capace di affascinare milioni di elettori nonostante scandali, contraddizioni e accuse.
Lo stesso meccanismo si riscontra nel percorso di Hitler, che ha saputo sedurre un’intera nazione con discorsi emotivamente carichi e una rappresentazione di sé come “salvatore” in tempi di crisi.
Secondo Dutton, questa illusione di carisma è ciò che spesso permette a personalità psicopatiche di salire al potere e, peggio ancora, di mantenerlo a lungo.
*Leggi anche: 10 Trucchi Psicologici Più Usati: Come Influenzano le Nostre Scelte
#7. Assenza di senso di colpa e deresponsabilizzazione
Uno dei tratti più inquietanti messi in luce dallo studio di Oxford riguarda l’assoluta assenza di senso di colpa nei leader con profili psicopatici elevati.
Nel confronto tra Trump e Hitler, questo aspetto emerge con forza: entrambi sono riusciti a evitare ogni forma di autoanalisi critica o ammissione di colpa, anche davanti a fatti evidenti o a conseguenze devastanti delle loro azioni.
Dutton spiega come la psicopatia includa la totale deresponsabilizzazione: ogni errore viene minimizzato, giustificato o semplicemente scaricato su qualcun altro.
Per le personalità con questo profilo, il concetto di “colpa” è un ostacolo inutile e, se necessario, viene rimosso dal processo decisionale in modo freddo e razionale.
Nel caso di Trump, questa dinamica si è manifestata innumerevoli volte, sia durante la campagna elettorale che nel corso della sua presidenza: dalle dichiarazioni minimizzanti sulla pandemia, alle frasi ambigue durante episodi di tensione sociale o politica.
Quando messo alle strette, Trump ha sempre trovato un modo per spostare la responsabilità su altri, mantenendo intatta la sua immagine di leader infallibile.
Nel parallelo tra Trump e Hitler, questa assenza di rimorso appare come un vero marchio di fabbrica. Entrambi hanno saputo deresponsabilizzarsi anche di fronte a eventi gravissimi, lasciando che fosse la macchina propagandistica o il pubblico a giustificarli, mentre loro si limitavano a rilanciare la propria versione dei fatti.
Secondo Dutton, l’assenza di senso di colpa non solo rende questi leader imperturbabili, ma li rende particolarmente pericolosi, poiché li priva di ogni freno morale nel perseguire potere e controllo.
*Laggi anche: Propaganda | L’ingegneria del consenso per controllare le masse
#8. Psicopatici di successo: il profilo di Trump secondo Kevin Dutton
Il concetto di “psicopatico di successo” rappresenta uno degli aspetti più affascinanti e controversi nello studio condotto da Kevin Dutton. Proprio grazie a questa definizione, il confronto tra Trump e Hitler acquista un significato ancora più netto e scientificamente fondato.
Dutton spiega come esista una netta differenza tra la psicopatia criminale e quella funzionale, che si manifesta in individui capaci di raggiungere ruoli di potere elevati senza violare direttamente la legge, ma sfruttando freddezza emotiva, manipolazione, fascino e un forte istinto di dominio.
Nel caso di Trump, Dutton ha riscontrato un punteggio elevatissimo in alcune delle voci più significative della scala PCL-R, come narcisismo, assenza di empatia, manipolazione sociale e mancanza di senso di colpa.
Questi tratti non lo renderebbero “un pazzo” nel senso clinico, ma anzi lo collocherebbero tra quei profili psicologici che la scienza definisce perfettamente adattati all’ambiente competitivo e spietato della politica e dell’alta finanza.
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