Dietro alla PNL vi è l’osservazione del fatto che gli oggetti della nostra esperienza devono essere organizzati nella nostra mente secondo modalità strutturate. Una volta compresa la struttura, puoi controllare meglio la tua mente. Una volta che controlli la tua mente, controlli il tuo corpo e il tuo comportamento. Hai il controllo della tua vita. Hai a disposizione un maggior numero di opzioni.
Come ti sentiresti se, mentre leggi questo articolo, il tuo braccio improvvisamente si sollevasse in aria di propria iniziativa? O se la tua gamba improvvisamente cominciasse a oscillare da destra a sinistra? E se la tua testa si mettesse improvvisamente a girare?
Chiaramente ne saresti terrorizzato. Eppure accettiamo che le nostre menti si comportino proprio in questo modo incontrollato. Ci mettiamo a fare una cosa, e le nostre menti cominciano a pensare a qualcosa di diverso. Stiamo per parlare in pubblico ma le nostre menti ci dicono che non ce la faremo. Una vocina dice “Non ce la fai”. Cerchi di dormire la notte e le vocine ci si mettono di nuovo: “Oggi hai fatto solo una gran confusione. Senza dubbio domani te la caverai altrettanto male”.
Hai mai pensato di dire alla vocina di “chiudere il becco“? Richard Bandler usa spesso questa tecnica molto semplice. Ho descritto questa tecnica nel post “Metti a cuccia il Top Dog”
Ma la PNL ha anche molti altri modi più sofisticati di controllare e impiegare l’inconscio: perché è dell’inconscio che stiamo parlando. Per dirla con Bandler, la tua mente gira in continuazione, e se non la dirigi dove desideri se ne va “a casaccio da tutte le parti”.
Da giovane Bandler, durante una vacanza in Messico, vide gente che pescava in un lago e decise di provare anche lui. Poi vide i cartelli che avvisavano di non mangiare il pesce preso in quelle acque per via degli alti livelli di mercurio. Notò chiaramente un’analogia: come non bisognerebbe scaricare spazzatura nelle acque, così non bisognerebbe farlo nella propria mente. Quei pensieri negativi rigurgitati dall’inconscio sono proprio il risultato di una sorta di “inquinamento”.
La PNL si può dividere per praticità in quattro aree principali:
1. MODELLAMENTO
Modellare significa scoprire cosa fanno di diverso dalle altre persone i geni e gli esperti.
Qual è il vantaggio per me? Una volta isolati gli elementi chiave, potrai imparare a ottenere i medesimi risultati degli esperti.
2. IL MILTON MODEL
Una delle persone che Bandler e Grinder modellarono nei primi anni di attività fu il presidente della American Society for Clinical Hypnosis: Milton H. Erickson. Ne conseguì lo sviluppo di quello che ancora oggi si definisce Milton Model: un modello che fissa e formalizza gli schemi usati da Erickson per l’ipnoterapia. Qual è il vantaggio per me? Emulando quegli schemi potrai essere più efficace nelle tue comunicazioni con le altre persone.
Ho descritto brevemente il Milton Model in questo articolo “Il Milton Model”
3. VISUALIZZAZIONE
Un ipnotista, durante una seduta, ti chiederà di visualizzare diverse cose. Bandler e Grinder hanno sviluppato tecniche di visualizzazione altamente sofisticate che le persone possono usare con la guida di un esperto di PNL, o anche da sole, al fine di ottenere cambiamenti rapidi. Un’espressione migliore potrebbe essere “cinema interiore”, poiché non è una questione di manipolare solo immagini, ma anche suoni e sensazioni.
Qual è il vantaggio per me? Queste visualizzazioni possono migliorare la vita in tutta una serie di modi, dalla cura delle fobie all’aumento della fiducia in se stessi.
4. ABILITÀ INTERPERSONALI
Oltre al Milton Model, Bandler e Grinder hanno creato una serie di altre tecniche per comunicare e interagire con gli altri.
Qual è il vantaggio per me? Questi strumenti si possono impiegare per aumentare il rapport e la comprensione, nonché per dare maggior peso a quello che desideri dire.
Non tutto ciò che fa parte della PNL rientra precisamente in uno di questi quattro raggruppamenti, ma la maggior parte degli elementi si può ricondurre a queste etichette.
Libri consigliati:
“Trasforma la tua vita con la PNL” di Paul Jenner
“Usare il cervello per cambiare” di Richard Bandler
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